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Alla bioraffineria Eni di Gela da qualche giorno il clima è pesante. In una fase delicata, segnata dalla transizione industriale e dall’attesa di nuovi investimenti, la Rsu di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil lancia un segnale netto all’azienda: il riconoscimento economico e professionale dato ai lavoratori non è all’altezza dell’impegno profuso.
Il ruolo della Rsu e i sacrifici dei lavoratori
La Rsu rivendica un comportamento sempre improntato alla responsabilità e al dialogo, anche su dossier complessi come l’organizzazione del lavoro, per i quali restano aperti specifici tavoli di confronto. Un atteggiamento che, viene ricordato, ha consentito all’azienda di affrontare passaggi strategici fondamentali.
Dall’avviamento dell’impianto biojet che produce carburante sostenibile per l’aviazione, fino alla messa in marcia della terza linea di degumming, necessaria per ripulire gli oli vegetali prima che vengano trasformati in biocarburanti, tutte le fasi più delicate sono state sostenute da una forte disponibilità dei lavoratori. Turnazioni straordinarie, presenza fuori orario, sacrifici personali: elementi che la Rsu considera parte integrante dei risultati raggiunti.
Cosa sono i Crea e perché il nodo è decisivo
Al centro dello scontro c’è il tema dei Crea, acronimo di Compensi per Risultati ed Efficienza Aziendale. Si tratta di un sistema premiante previsto dal contratto nazionale energia e petrolio, legato a parametri di produttività, efficienza e risultati complessivi. Il 2025 segna la scadenza del biennio di valutazione.
Alla bioraffineria di Gela, però, il riconoscimento di appena una trentina di premi su circa 400 lavoratori viene giudicato palesemente inadeguato. Un dato che, secondo la Rsu, appare ancora più grave se confrontato con quanto erogato in altre realtà produttive Eni, sia a livello locale che nazionale.
“Un affronto alla dignità professionale”
Per i rappresentanti dei lavoratori, la scelta aziendale non è solo una questione economica. È un segnale che viene letto come un affronto alla dignità, alla professionalità e alla motivazione di chi ha garantito continuità produttiva in una fase complessa. Un fraintendimento profondo dello spirito collaborativo dimostrato finora, che mette in discussione i percorsi di relazioni industriali costruiti negli anni.
Secondo la Rsu, le scelte aziendali più recenti si sommano a criticità organizzative già segnalate alla direzione e mai risolte, alimentando una preoccupazione crescente tra gli addetti del sito. Il rischio, sottolinea la Rsu, è quello di incrinare seriamente il clima di fiducia e collaborazione costruito nel tempo.
Ultimatum all’azienda
La Rsu ribadisce la disponibilità a un confronto vero e strutturato, che riconosca l’inadeguatezza dell’attuale sistema premiante e affronti in modo risolutivo le criticità organizzative. In assenza di risposte certe e in tempi brevi, saranno avviate le conseguenti iniziative sindacali a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori.






















