Iveco inaugurerà ad aprile a Foggia il nuovo sito di assemblaggio finale e di finitura di autobus per il mercato italiano. “In prospettiva – commentano Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil, Fismic, Uglm e Aqcfr – la nuova attività acquista un valore, poiché può rappresentare un primo passo per uno sviluppo più significativo”.

Il nuovo stabilimento sorgerà nel perimetro della attuale fabbrica Fpt Industrial, impegnata nella produzione di motori diesel per i veicoli commerciali, macchine agricole e movimento terra, ma farà parte di una diversa società del gruppo Iveco e naturalmente di una differente divisione di business. Quest’anno saranno allestiti circa 500 bus e si arriverà a 40 occupati, poi ci si assesterà a regime a 1.000 bus annui con 140 occupati, per un totale di 4 mila autobus nel periodo 2023-2026.

“Si tratta evidentemente di una attività che nella fase iniziale ha dimensioni non elevate, ma che ha un valore positivo per due ordini di ragioni”, spiegano i sindacati: “Innanzitutto essa si somma a una serie di allocazioni produttive portate a Foggia per sopperire al venir meno della commessa di motori di Stellantis, che quattro anni fa aveva messo a rischio la stessa sopravvivenza del sito, sottraendo circa metà del carico di lavoro. La direzione aziendale ha anzi aggiunto che il contratto di solidarietà attualmente in essere in Fpt potrà essere chiuso in anticipo e che quindi l’allestimento degli autobus produrrà occupazione aggiuntiva”.

Ma è soprattutto “in prospettiva che la nuova attività acquista un valore, poiché può rappresentare un primo passo per uno sviluppo più significativo. La messa al bando del motore endotermico decisa dall’Europa pone difatti una pregiudiziale sul futuro a lungo termine della fabbrica di motori, determinando quindi un problema di riconversione e di rilancio industriale che andrà affrontata col giusto anticipo”.