"Gli intellettuali scappano, annusano dove sta il potere e si allineano". Così lo storico Luciano Canfora, dal palco di Bari nel giorno dello sciopero regionale. "La vera distinzione è tra chi lavora duramente e chi sfrutta: non c'è altra divisione all'interno della cittadinanza - ha detto -. Per fortuna i primi undici articoli della Costituzione non furono un preambolo, ma furono inseriti nella Costituzione. L'articolo 1 fu scritto all'inizio: l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Questo è molto impegnativo, oggi chi si richiama a quell'articolo è considerato un ribelle, un sovversivo, uno pericoloso. E gli intellettuali tacciono perlopiù, tranne pochi che sentono il dovere civile di impegnarsi".

Canfora ha quindi proseguito: "La città vecchia di Bari sbarrò la strada alle squadre fasciste: tra loro c'era Giuseppe Di Vittorio. Ora è passato un secolo, non è poco. Adesso abbiamo al vertice del Paese delle figure che provengono culturalmente e organizzativamente dagli eredi del fascismo. Il problema non sono le macchiette. Il fascismo attaccava le Camere del lavoro, attaccare oggi i diritti del lavoro è la stessa cosa. L'unica forza di opposizione contro chi vuole continuare lo sfruttamento è il sindacato", ha concluso lo storico.

(foto copertina di Marco Merlini)