Tutti pronti per una pacifica invasione della Capitale a un anno dall'assalto fascista alla sede nazionale della Cgil. Il ricordo di quelle ore terribili sarà l'occasione per una grande manifestazione di proposta in cui il sindacato di Corso d'Italia presenterà dieci idee perché il lavoro torni al centro delle prospettive. Da tutti i territori pronti treni speciali e pullman per permettere a iscritte e iscritti di raggiungere Roma e partecipare al corteo.

Emilia-Romagna

È alta l’adesione delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati dell’Emilia-Romagna alla manifestazione della Cgil in programma l'8 ottobre a Roma “Italia, Europa, ascoltate il lavoro”, a un anno dall’assalto alla sede nazionale di Corso d’Italia.

"Dalla nostra regione - si legge nel comunicato pubblicato dalla Cgil del territorio - partiranno circa 4 mila persone nostre iscritte da tutte le province, da Piacenza a Rimini, con più di 40 pullman in campo, tre treni speciali a cui vanno aggiunti i tanti cittadini che si sposteranno individualmente con altre linee ferroviarie e con mezzi privati. Chiederemo di rimettere al centro i temi del lavoro e della giustizia sociale attraverso dieci proposte”, sottolinea il segretario generale della Cgil Emilia-Romagna, Massimo Bussandri. Tra i punti del decalogo: l’aumento di stipendi e pensioni; l'introduzione del salario minimo e una legge sulla rappresentanza; il superamento della precarietà; una vera riforma del fisco; garantire e migliorare una misura universale di lotta alla povertà, come il reddito di cittadinanza; la sicurezza nei luoghi di lavoro; un tetto alle bollette; un piano per l’autonomia energetica fondato sulle fonti rinnovabili. “La manifestazione servirà a rinsaldare le basi di un blocco sociale con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze e rimettere il lavoro, nelle sue mille sfaccettature, al centro dell’agenda del nostro Paese”, aggiunge Bussandri.

Basilicata

Partiranno 12 pullman dalla Basilicata sabato 8 ottobre per partecipare alla manifestazione nazionale della Cgil “Italia, Europa ascoltate il lavoro” che si terrà a Roma. La Cgil, assieme alle associazioni, ai sindacati internazionali e a tutti coloro che decideranno di partecipare, chiederà all’Italia e all’Europa di rimettere al centro i temi del lavoro e della giustizia sociale e al prossimo governo rilancerà le sue dieci proposte. 

“Oggi l'emergenza è ricostruire unità sociale e fiducia, e lo si può fare solo rimettendo al centro i bisogni del lavoro, del nostro sistema industriale, fatto di piccole e medie imprese - afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa -. È venuto il momento di affrontare le emergenze che stiamo vivendo. Prima la pandemia, poi la guerra, ora la crisi energetica. C’è bisogno di risposte, che possono arrivare solo se l’Italia e l’Europa ascoltano il lavoro. Risposte – aggiunge il segretario della Cgil lucana - che fino a oggi sono mancate, tanto da ampliare il clima di sfiducia degli elettori. Non è un caso se in Italia l’astensionismo abbia raggiunto il 40% e se al Sud si tocchino percentuali anche del 50%. Un allarme democratico da non sottovalutare.

Mettere al centro il lavoro significa ridare fiducia alle istituzioni ma significa anche ridurre quelle disuguaglianze che in questi anni sono aumentate e che la crisi energetica ha ulteriormente amplificato. Basti pensare che l’aumento del gas sta generando extraprofitti per pochi, ma sono in tanti i lavoratori, i pensionati, le piccole e medie imprese, oltre alle partite Iva, che non riescono più a pagare le bollette perché non arrivano alla fine del mese.

Sono queste le emergenze che attendono subito una soluzione. È necessario – sottolinea Summa - ridurre le tasse sul lavoro e pensioni, affermare il principio costituzionale della progressività, fermare ogni progetto di autonomia differenziata e investire nel nostro sistema di welfare pubblico e nell’istruzione per rispondere ai nuovi bisogni sociali, perché l’attuale situazione impone di andare nella direzione della coesione sociale, evitando percorsi che aumentino le diseguaglianze. Si avverte sempre più la necessità di innovare il sistema pubblico e investire attraverso un piano straordinario di assunzioni, ricostruendo un sistema previdenziale pubblico, solidaristico ed equo. Così come c’è bisogno di maggiore legalità e sicurezza sui posti di lavoro e di rimettere al centro dell’azione politica nazionale il Sud del paese, partendo da una politica industriale che rilanci i settori strategici: transizione energetica, automotive e digitalizzazione. Sono queste le proposte rispetto alle quali attendiamo un confronto tanto con il governo nazionale quanto con quello regionale”.

In questo scenario per Summa “la Basilicata ha delle potenzialità che vanno sfruttate. A partire dal settore dell’automotive. Bisogna uscire dall’isolamento, anche istituzionale. Riportare al tavolo Tavares – afferma - è una delle urgenze da affrontare nell’immediato. Seguire l’esempio del Piemonte, replicando lo stesso modello di collaborazione che ha visto la Regione e le istituzioni locali sostenere il rilancio di Mirafiori, deve essere la strada da praticare per rimettere al centro la vertenza Stellantis in Basilicata e restituire a Melfi quel ruolo strategico solo annunciato, visto che oggi continuiamo ad assistere solo al ricorso alla cassa integrazione. E poi ci sono i grandi temi: dall’attuazione dei programmi previsti dal Pnrr all’intervento sul piano fiscale, fino alla transizione energetica. Quest’ultima è ormai una strada obbligata, un’opportunità da non perdere. Da tempo ribadiamo la proposta di costituire un fondo dedicato, alimentato da risorse dello Stato e qui, in Basilicata, anche dalle risorse finanziarie derivanti dalla vendita degli altri milioni di metri cubi di gas non utilizzati. Un fondo che accompagni le industrie nel processo della transizione, che salvi le imprese e i posti di lavoro. Stipendi sotto la media europea, precarietà che dilaga, aumento delle bollette e del costo della vita. Sono tutte questioni che attendono una risposta dalla politica. Ma per farlo – conclude Summa - la politica deve ascoltare il lavoro”.

Liguria

Dalla Liguria è stato predisposto un treno speciale con il quale le delegazioni di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, studenti e studentesse potranno partecipare alla manifestazione per chiedere lavoro, diritti e misure a sostegno dei più fragili. Tra le principali richieste rivolte al Governo e alle imprese quelle di aumentare salari e pensioni per combattere l’inflazione, fissare un tetto alle bollette e introdurre il salario minimo legato ai contratti nazionali di lavoro. Per la Cgil bisogna dire basta alla precarietà, anche superando il jobs act, ridare dignità al lavoro e rinnovare i contratti garantendo salute e sicurezza.

“Siamo contrari alla flat tax perché favorisce le fasce più abbienti e penalizza chi ha i redditi più bassi – dichiara Maurizio Calà Segretario Generale Cgil Liguria –, siamo invece per combattere seriamente l’evasione e l’elusione fiscale che sottraggono importanti risorse al sistema paese”. La Cgil chiede che siano tassati gli extraprofitti – quelli che le imprese energetiche hanno ottenuto dal caro energia - e che siano redistribuiti ai redditi da lavoro e alle pensioni più basse. Con le risorse così ottenute si potrebbe pensare a uno stato sociale migliore con al primo posto una sanità pubblica davvero per tutti, misure a sostegno della lotta alla povertà, come il reddito di cittadinanza opportunamente corretto per la parte che riguarda il lavoro, politiche inclusive, piena integrazione e diritti civili per i cittadini migranti.

Calabria

"La Calabria sabato 8 ottobre sarà in piazza alla manifestazione nazionale della Cgil. La crisi, i rincari per le famiglie e imprese stanno colpendo duramente il nostro Paese e in modo particolare le regioni più fragili come la Calabria. Non bastano - afferma il segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato - i comunicati stampa e le dichiarazioni pubbliche, serve una mobilitazione che coinvolga lavoratori, cittadini, mondo delle imprese, associazioni, pensionati. Il potere di acquisto di salari e pensioni sono ridotti ai minimi storici e se non si fa un intervento fiscale serio e strutturale su cedole e buste paga e se non si interviene rapidamente per la calmierazione delle bollette si rischia il conflitto sociale.

I cittadini - aggiunge il segretario - sono allo stremo e le imprese pure. Non sono sufficienti i provvedimenti del governo attuale e il prossimo sarà chiamato a fare presto e bene. Anche le Regioni devono dotarsi di un piano anticrisi e prevedere interventi sulle categorie più fragili. Dalla Calabria partiranno numerosi autobus messi a disposizione nei diversi territori. Ascoltiamo il lavoro e - conclude Sposato - scendiamo nuovamente in piazza a Roma l'8 ottobre con la Cgil, per il lavoro, la legalità, la sicurezza del lavoro, il mezzogiorno, contro lo sfruttamento e la precarietà, per un nuovo stato sociale e welfare inclusivo, per la salute pubblica".

Campania

Saranno 30 i bus che dalla Campania partiranno sabato 8 ottobre direzione Roma per la manifestazione “Italia, Europa Ascoltate il Lavoro” promossa dalla Cgil in piazza del Popolo. “In queste settimane – dichiara il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci – abbiamo tenuto decine di assemblee per ascoltare la voce delle lavoratrici e dei lavoratori della nostra regione. Un percorso accompagnato anche dall'assemblea regionale delle delegate e dei delegati del 28 settembre scorso in cui abbiamo fatto la sintesi delle principali questioni sulle quali chiediamo interventi urgenti per affrontare una crisi economica e sociale che, per numeri, in Campania è più accentuata che in altre regioni. Il boom della cassa integrazione, delle richieste di reddito di cittadinanza, le decine di piccole e grandi crisi industriali che stanno portando alla completa desertificazione interi territori sono – conclude Ricci – segnali di un diffuso malessere che non più essere ignorato ma ascoltato e affrontato con politiche e interventi strutturali”.

Veneto

Nella mattinata di sabato 8 ottobre, 2000 lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati partiranno dal Veneto con 25 pullman e in treno per partecipare alla manifestazione della Cgil in Piazza del popolo a Roma: "Italia Europa Ascoltate il Lavoro".

"È passato un anno - dichiara Tiziana Basso, segretaria generale Cgil Veneto - dall'assalto fascista alla nostra sede nazionale. Non si è trattato di un caso isolato, anche nella nostra regione e in tanti altri territori le nostre sedi sono spesso oggetto di inaccettabili atti di intimidazione e di violenza. I processi stanno chiarendo le responsabilità della devastazione avvenuta in corso d'Italia, ma siamo ben lontani dallo scioglimento delle forze politiche che si richiamano al fascismo, su cui in tanti si erano impegnati. È una richiesta che rinnoviamo, perché chi si ispira al periodo più buio della nostra storia, che ha causato indicibili sofferenze, non ha diritto di cittadinanza nella nostra democrazia.

La manifestazione di Roma non ha solo l'obbiettivo di ricordare quanto accaduto, ma mette al centro la questione sociale che sta esplodendo nel nostro Paese. Milioni di persone sono a rischio povertà e disoccupazione, è in discussione la stessa tenuta del nostro sistema economico. La crisi sta colpendo anche il Veneto, con lavoratori e pensionati che, a causa dell'impennata dell'inflazione, stanno perdendo una, se non due mensilità e fanno sempre più fatica a tenere in equilibrio i bilanci familiari.

Stiamo parlando di persone che vivono con poco più di 1000 euro al mese, i pensionati sono molto spesso sotto questa cifra. Anche le imprese hanno costi energetici insostenibili: nel migliore dei casi attiveranno la cassa integrazione, nel peggiore potrebbero essere costrette a chiudere. La Cgil ha un decalogo di proposte per un fisco progressivo, contro la precarietà, per garantire salute e sicurezza sul lavoro, per aumentare i salari, per difendere il potere d'acquisto delle pensioni, per una riforma previdenziale che impedisca il ritorno alla Legge Fornero, per ricostruire un welfare universalistico a partire da scuola e sanità, per una politica industriale che guidi la conversione ecologica e la transizione digitale creando piena e buona occupazione.

Con questa piattaforma ci confronteremo con il nuovo Governo, chiarendo fin da subito che non consentiremo che a pagare questa ennesima crisi siano le fasce popolari. Saremo in piazza anche per un'altra ragione: per la pace. Senza fermare la guerra in Ucraina le popolazioni civili continueranno a morire e, contemporaneamente, l'Europa non riuscirà ad affrontare l'emergenza sociale e a difendere l'occupazione e la sua capacità produttiva".