La Confederazione generale del lavoro (CGdL) nasce al primo Congresso di Milano del 29 settembre - 1° ottobre 1906, con lo scopo di “ottenere e disciplinare (Statuto, articolo 1) la lotta della classe lavoratrice contro il regime capitalistico della produzione e del lavoro”.

Dall’età giolittiana alla crisi del primo dopoguerra, dalla drammatica esperienza della dittatura fascista alla guerra di Liberazione, dalla ricostruzione al miracolo economico passando per il terribile periodo dello stragismo e del terrorismo fino agli anni più recenti, la Cgil è stata una delle principali protagoniste della storia del nostro Paese.

Una storia che tutte e tutti insieme abbiamo scritto e continuiamo a scrivere con la consapevolezza, forte e inamovibile, di servire una causa grande, una causa giusta.

“La nostra causa - ce lo ha insegnato Giuseppe Di Vittorio - è veramente giusta, serve gli interessi di tutti, gli interessi dell’intera società, l’interesse dei nostri figliuoli. Quando la causa è così alta, merita di essere servita, anche a costo di enormi sacrifici (…) Quando si ha la piena consapevolezza di servire una grande causa, una causa giusta, ognuno può dire alla propria donna, ai propri figliuoli, affermare di fronte alla società, di avere compiuto il proprio dovere”.

“Posso garantirvi - diceva Maurizio Landini pochi minuti dopo la sua elezione a segretario generale - che la Cgil mi ha fatto innamorare e che ho imparato a voler bene a tutti quelli che, come noi, per vivere hanno bisogno di lavorare. Ho imparato tanto dalla loro dignità e continuo a credere che questa società che sfrutta le persone, che le mercifica, sia una società che si deve combattere, che non possiamo accettare, che dobbiamo trasformare insieme. Ma non domani. Qui e ora. Questa causa val bene un impegno, val bene un rischio, val bene una vita”.

Perché - diceva Bruno Trentin - “lavorare per la Cgil e nella Cgil non è un mestiere come un altro, ma può essere, può diventare una ragione di vita”.

Perché “ci sono delle radici che non si possono sradicare”.

“Il 1° ottobre del 1906 - affermava in occasione delle celebrazioni del primo centenario Guglielmo Epifani - nei locali della Camera del Lavoro, al termine del Congresso delle organizzazioni di Resistenza, i cinquecento delegati presenti in rappresentanza di oltre duecentomila iscritti decidevano a maggioranza (…) di costituire in Italia la Confederazione Generale del Lavoro, affidandole la direzione generale assoluta del movimento proletario, industriale e contadino al di sopra di qualsiasi distinzione politica. (…) Quel soggetto confederale, che nasce quel giorno è altro e più delle rappresentanze di categoria, professione, arte e mestiere e del mutualismo delle origini. Non è altro perché diverso e non è più perché sovraordinato. Ma perché l’identità confederale richiede inevitabilmente una ricerca permanente di valori e politiche di unità, partendo dalle differenze (…) Tutto, proprio tutto, della vita centenaria del sindacato italiano sta qui, in quell’atto, in quella scelta, in quell’inizio. In quell’idea - come ci ricorda Vittorio Foa - per la quale battendosi per i propri diritti si pensa insieme sempre ai diritti degli altri (…) Lavoreremo - care compagne e cari compagni - perché il futuro abbia il cuore e la forza di questa storia, che è storia del paese, rinnovandola e riformandola, accettando le sfide, come sempre abbiamo fatto, quando la sfida ha avuto ed ha una posta importante.  Quello che ha alimentato una ragione di vita ed una ragione di appartenenza, per tanti, attraverso le generazioni, ci servirà per il cammino che ci aspetta.  (…) Ripartiamo con un nuovo inizio, orgogliosi della nostra storia e dei valori, che ne hanno segnato il percorso e ne accompagneranno il futuro, insieme con tanti altri al nostro fianco. In questo modo la storia centenaria della Cgil e di tutto il sindacato continuerà a vivere davvero e sarà stata una storia spesa bene, per chi la volle e per il paese.  Una storia che con emozione e orgoglio - non inferiore a quello che provarono i delegati di quel congresso cento anni fa - consegniamo a tutti coloro che verranno. Perché questa storia gli appartiene, perché vogliamo che il futuro comune riparta da qui”.

“Lavorate sodo, dunque, e soprattutto lottate insieme, rimanete uniti. Il sindacato - non ha mai smesso di ripeterci Giuseppe Di Vittorio - vuol dire unione, compattezza. Uniamoci con tutti gli altri lavoratori: in ciò sta la nostra forza, questo è il nostro credo. Lavorate con tenacia, con pazienza: come il piccolo rivolo contribuisce a ingrossare il grande fiume, a renderlo travolgente, così anche ogni piccolo contributo di ogni militante confluisce nel maestoso fiume della nostra storia, serve a rafforzare la grande famiglia dei lavoratori italiani, la nostra Cgil, strumento della nostra forza, garanzia del nostro avvenire”. 

Buon lavoro, compagne e compagni. Buon compleanno Cgil. In momenti di grande difficoltà come quello che stiamo attraversando, voltarsi indietro e vedere tutto quello abbiamo costruito, ottenuto, realizzato è di grande aiuto nel guardare avanti con maggiore fiducia.

Al lavoro e alla lotta, compagne e compagni. A schiena dritta. A testa alta. Con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.