Nel suo intervento nel corso della manifestazione "Ascoltate il lavoro", Patrizia Donato, insegnante e delegata Flc Cgil di Messina, ha posto l'accento sulle disparità del sistema di istruzione nel nostre paese che pure "essendo in capo allo Stato, dovrebbe garantire pari opportunità a tutti. Ma noi sappiamo che non è così: non solo le diseguaglianze non sono state colmate, ma noi viviamo dal vivo fenomeni di vera e propria segregazione scolastica, e questi fenomeni non sono più solo legati alle regioni del Sud ma si possono riscontare anche nelle periferie delle grandi città del Nord".

"In questi anni – ha detto – non si è agito per risolvere i problemi ma solo per nascondere la polvere sotto il tappeto attraverso false soluzioni" e "le risorse. del Pnrr non solo sono insufficienti, ma sono limitate nel tempo".

Servono dunque riforme strutturali che, per l’insegnante siciliana, sono "obbligo scolastico dai tre ai 18 anni, perché più tempo si passa a scuola, più aumenta le possibilità del successo formativo". Partire con l’obbligo a tre anni, poi, significa anche "cominciare ad affrontare in maniera seria il problema della disparità di genere".

Infine il tempo pieno. Donato rimarca come "a fronte del 50% della media nazionale, a Messina l'80% degli alunni della primaria non possono usufruirne perché non ci sono le mense scolastiche". Fatti i conti, per uno studente meridionale significa quasi due anni e mezzo di scuola in meno rispetto ai coetanei del Nord".

Una situazione che, se passasse l'autonomia differenziata non sarebbe scalfita, perché significherebbe "cancellare dall'agenda nazionale i problemi dell’istruzione", ha concluso.