Nella giornata di oggi, 1° giugno, si è concluso il percorso democratico volto all’approvazione dell’accordo per il rinnovo del contratto aziendale di Toyota material handling manufacturing Italy, che ha visto un’alta partecipazione e un consenso diffuso, con oltre il 96% dei voti favorevoli. Tmhmi (ex Cesab) è azienda leader mondiale nella produzione di carrelli elevatori per la movimentazione merci e occupa a Bologna oltre 700 lavoratori negli stabilimenti di Borgo Panigale e Crespellano. L’accordo raggiunto, sulla base della piattaforma rivendicativa presentata da Fiom Cgil, Fim Cisl e Rsu aziendale, è di valore assoluto e arriva in un momento molto complicato, dove le conseguenze della guerra e dell’aumento dei costi si fanno sentire in maniera importante, sia sui lavoratori che sulle imprese, creando un clima d'incertezza e preoccupazione.

"Il rinnovo dell'integrativo, frutto di una trattativa durata quasi un anno, prova a dare una risposta alle preoccupazioni in ambito economico e segna anche avanzamenti rilevanti, in termini di diritti all’interno e all’esterno dell’azienda. Il contratto approfondisce innanzitutto un sistema di relazioni sindacali partecipativo basato su un confronto sistematico su tutti gli aspetti della vita lavorativa, in particolar modo sui programmi d'investimento e innovazione, e consolidate modalità di negoziazione. Particolarmente interessante, in una fase caratterizzata a livello nazionale da chiusure e disinvestimenti, è la conferma di un importante programma d'investimenti, volto alla crescita della capacità produttiva e al miglioramento dell’ambiente di lavoro, con tecnologie sostenibili e senza un ulteriore consumo di suolo", continuano le due sigle di categoria dei metalmeccanici bolognesi.

"Un rilievo centrale nel contratto lo assume il tema dell’occupazione e della sua tutela, che parla principalmente ai nuovi ingressi in azienda nella consapevolezza che la lotta alla precarietà è, insieme alla questione salariale, priorità dell’azione sindacale. L’accordo prevede infatti il diritto di precedenza nelle future assunzioni per i lavoratori che abbiano svolto almeno quattro mesi di lavoro in azienda, il limite a 12 mesi continuativi e 15 non continuativi dei rapporti di lavoro a termine, il divieto di utilizzo dello staff leasing, la previsione di un’ora e mezza di un welcome sindacale della Rsu con i nuovi assunti, ma soprattutto la non applicazione del Jobs act, garantendo a tutti i lavoratori i medesimi diritti, in materia di licenziamenti individuali", aggiungono sindacati e Rsu.

"Il contratto si pone poi l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno: da qui la previsione di affidare gli appalti esclusivamente a quelle imprese che applichino i contratti nazionali sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi e con verifiche puntuali sulla entità e sulla natura degli appalti in essere. Sindacato e azienda hanno anche deciso di confrontarsi sul tema del contrasto alle discriminazioni, impegnandosi in un percorso d'inclusione visto come una responsabilità collettiva", continuano le organizzazioni dei lavoratori. 

Si è deciso di continuare a insistere sulla formazione dei lavoratori, quale elemento centrale della crescita dell’azienda nel suo complesso, portando a 36 ore il monte ore minimo annuale di formazione che l’azienda si impegna a effettuare per ogni lavoratore, anche con il diritto di proposta della Rsu in materia di corsi. Inoltre viene portato fino a 190 ore il diritto allo studio per i lavoratori che vogliano incrementare il proprio bagaglio culturale e introducendo un sistema di borse di studio per coloro che raggiungano un titolo riconosciuto. Le parti hanno anche condiviso d'investire sulla valorizzazione professionale dei lavoratori, con la conferma dell’inquadramento al livello D2 (ex terzo livello) come livello base d'ingresso e individuando un automatismo nel raggiungimento del livello C1 (ex 3s) dopo massimo 24 mesi di permanenza in azienda, con uno scatto salariale del valore di oltre 700 euro annui.

Inoltre, è stato individuato, in coerenza con quanto previsto dal recente Ccnl, un nuovo sistema d'inquadramento, che affronti il tema della crescita professionale dei lavoratori attraverso la creazione di un reticolo che valorizzi le competenze acquisite. Particolare importanza assume il tema della conciliazione dei tempi di vita con i tempi di lavoro e dei diritti individuali. Il contratto conferma 30 ore annue di permessi aggiuntivi per visite mediche, introduce 10 ore annue per parenti di primo grado e conviventi, 18 ore per i permessi malattia e visite mediche dei propri figli, con un tetto massimo di 42 ore complessive per chi ha più di due figli, incrementa le previsioni di legge sul congedo parentale portando al 100% il pagamento del primo mese e aggiungendo ulteriori due mesi a quelli previsti per legge pagati al 30%.

Infine, vengono anche incrementati di due giorni i permessi per congedo di paternità. In merito agli orari di lavoro è stata resa strutturale un’organizzazione di turni di lavoro che prevede sette ore lavorative pagate otto, con una riduzione dell’orario di lavoro pari a cinque ore settimanali e un’indennità di turno di otto euro al giorno. Viene poi definito un accordo quadro sullo smart working, incrementati i trattamenti previsti per le trasferte e la reperibilità, portato al 2,5% il contributo a carico azienda per i lavoratori che aderiscano a un fondo pensione (Previlabor, Cometa).

Sulla parte economica, le cifre sono di assoluta importanza: - viene aumentato di 80 euro a regime il superminimo collettivo mensile, uguale per tutti i lavoratori; - viene istituito il premio feriale, del valore di 600 euro annui - viene prevista l’erogazione di 200 euro sotto forma di buoni benzina per quest'anno -; viene definito un premio di risultato del valore di 2.700 euro nel 2022, di 2.700 euro nel 2023 e nel 2024 e di 3.000 euro per il 2025, con la previsione di un anticipo non conguagliatile, pari alla metà del valore del premio, che incrementa notevolmente le cifre previste nell’ultimo contratto; - viene potenziato lo strumento dei flexible benefits (introdotti dal Ccnl dell’industria metalmeccanica) prevedendo, per tutti i lavoratori, una quota annua aggiuntiva pari a 50 euro netti; - viene previsto un ulteriore scatto di anzianità al compimento di vent'anni di anzianità aziendale.

"Si tratta indubbiamente di un accordo ricco, che riesce a tenere insieme un avanzato sistema di relazioni industriali, un’attenzione ai diritti individuali e ai processi produttivi e di miglioramento continuo e la redistribuzione alle lavoratrici e ai lavoratori di quote importanti di salario. E’ un'intesa, frutto di un modello negoziale, che funziona e anche di un radicamento vero del sindacato negli stabilimenti", rilevano Fiom Cgil, Fim Cisl Amb Rsu Tmhmi.