La Fp Cgil avanza alcune riflessioni relativamente al rispetto delle leggi sul diritto di privacy e in tema di violazione della riservatezza dei dati in merito alla lettera inviata dal ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ai dipendenti pubblici.

“Nella giornata di ieri – scrive la Funzione Pubblica Cgil – 3,2 milioni di lavoratori pubblici hanno ricevuto con una mail inviata dal dipartimento della Funzione pubblica della presidenza del Consiglio una lettera a firma del ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, che informa sul Piano strategico per la valorizzazione e lo sviluppo del capitale umano della Pa ‘Ri-formare la Pa. Persone qualificate per qualificare il Paese’. Il piano prevede due ambiti di intervento: Pa 110 e lode, che mette a disposizione dei dipendenti pubblici corsi universitari con costi di iscrizione agevolati; Syllabus per la formazione digitale, che avvia i dipendenti a percorsi formativi sulle nuove competenze tecnologiche digitali curati da grandi aziende come Tim e Microsoft.

Il ministro completa l’informativa rivolgendo ai destinatari un ‘invito a prendere visione delle opportunità disponibili e La informo che, periodicamente, il Dipartimento della funzione pubblica comunicherà, con una newsletter, tutte le novità che riguardano l’attuazione del Piano, insieme alle altre notizie di interesse per amministrazioni e dipendenti’”.

“L’obiettivo di migliorare complessivamente la qualità delle amministrazioni, favorendo la crescita professionale costante e permanete per tutti i dipendenti, – precisa il sindacato – è stato al centro della trattativa che ci ha portato un mese fa a sottoscrivere l’ipotesi di accordo per il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto delle Funzioni centrali. Un Ccnl molto innovativo e che, come lo stesso ministro richiama, è fondamentale per un reale processo di cambiamento e di riforma della Pa. Nello stesso Ccnl abbiamo dedicato una parte specifica sui destinatari e i processi di formazione per tutto il personale e sulla pianificazione strategica di conoscenze e saperi”.

Per la Fp Cgil “non è qui, quindi, in discussione la finalità dell’informazione ricevuta, ma alcune riflessioni sulla modalità con cui è stata data sono necessarie”.

Primo punto: “La lettera del ministro è stata ricevuta da tutti i lavoratori sulle caselle di posta elettronica personale, non solo su quelle istituzionali che ciascun dipendente ha sui domini della propria amministrazione. Ciò significa che il dipartimento della Funzione pubblica ha utilizzato recapiti di posta elettronica non forniti direttamente dai titolari ma da altri soggetti. Con quale autorizzazione ciò è avvenuto? Chi ha fornito dati che sarebbero tutelati dal diritto alla privacy?”.

Secondo punto: “Da parte delle amministrazioni centrali è rigidamente impedito alle organizzazioni sindacali di poter inviare informazioni sindacali ai propri dipendenti. . Più volte abbiamo formalizzato la richiesta alle singole amministrazioni di poter inviare le informazioni ai lavoratori sui propri contratti di lavoro, sui servizi che le organizzazioni sindacali mettono a disposizione degli stessi, ad esempio sulle proprie situazioni contributive, o altri aspetti della propria vita lavorativa. Non informazioni commerciali e per conto terzi. Alle organizzazioni sindacali non è dunque possibile raggiungere i lavoratori pubblici con una mail, né quelle istituzionali men che meno quelle personali private”.

Terzo e ultimo punto: “Non sarebbe stato più opportuno che la lettera fosse stata inviata ai lavoratori per il tramite della propria amministrazione di appartenenza e, ovviamente, sulle caselle di posta elettronica dedicate appositamente alle informazioni tra amministrazione e dipendenti?”.

Riflessioni, conclude la Fp Cgil, “che qualcuno avrebbe dovuto fare nel rispetto delle leggi sul diritto di privacy e in tema di violazione della riservatezza dei dati”.