Niente proroga del contratto in scadenza il 31 dicembre per gli oltre 2.500 Navigator. Dopo che il decreto Sostegni aveva spostato dal 30 aprile alle fine dell’anno gli incarichi di collaborazione conferiti da Anpal Servizi per le misure di politica attiva del lavoro, adesso la manovra finanziaria in discussione mette uno stop a questi lavoratori e li manda a casa in blocco. Per questo, scendono in piazza in presidio a Roma giovedì 18 novembre alle 14, davanti alla sede del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, con i sindacati che li rappresentano Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Uil, per chiedere al governo di non disperdere uno straordinario patrimonio professionale.

In questi anni difficili i Navigator si sono occupati dei più fragili, cioè di quelle persone che l’Istat classifica come inattivi, coloro che hanno perso perfino la speranza di trovare lavoro, dando un apporto al sistema delle politiche attive, anche durante la pandemia, oltre che alle attività specifiche legate al reddito di cittadinanza.

“Molte regioni danno testimonianza di questo contributo, anche rispetto al lavoro svolto nei confronti delle aziende, per mappare opportunità occupazionali da offrire ai precettori del reddito di cittadinanza - sostengono in una nota i segretari nazionali di Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Uil, Silvia Simoncini, Luca Barilà e Gianvincenzo Benito Petrassi -. Alcune regioni private dei Navigator probabilmente non riuscirebbero neppure a offrire i livelli essenziali delle prestazioni previste dalla legge, vista l’esiguità del personale”.

Senza la proroga dei contratti, ci sarebbe poi uno vero e proprio sperpero di risorse perché queste professionalità sono state formate attraverso specifici corsi di formazione prima e con il lavoro pratico poi. “Proprio adesso che ci prepariamo ad affrontare fasi cruciali per il futuro, con la previsione di quasi un miliardo di euro di investimenti sulle politiche attive, sull’orientamento e sull’incrocio domanda-offerta, non possiamo rinunciare a professionisti che da due anni contribuiscono a rilanciare il sistema Paese – proseguono i sindacalisti –. Questo significherebbe andare contro l’annunciato piano di potenziamento dei centri per l’impiego e del complesso delle politiche attive, rischiando di privare molti centri del personale necessario a garantirne la funzionalità”.

“Confidiamo che da domani si avvii una interlocuzione fattiva con il ministero – concludono Simoncini, Barilà e Petrassi – per giungere presto a una soluzione positiva della vertenza e mettere in campo tutte le iniziative utili anche in vista dell’attuazione delle misure in tema di occupazione previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza”.