Il ministero dello Sviluppo economico e Confindustria devono condannare pubblicamente l’inaccettabile comportamento della Manifattura Riese Al tavolo del ministero dello Sviluppo Economico per la vertenza della manifattura Riese erano presenti oggi per i sindacati Sonia Paoloni (Filctem Cgil nazionale), Maritria Coi (Filctem Emilia-Romagna), Roberto Righi (Filctem Modena), Raffaele Salvatoni (Femca Cisl nazionale), Roberto Giardiello (Femca Emilia-Romagna).  Presenti inoltre i rappresentanti di Confindustria Emilia-Romagna, del Mise, i sindaci dei territori interessati (Carpi e Rio Saliceto) e l’assessorato al lavoro Regione Emilia-Romagna.

“Tutti le parti erano presenti al tavolo tranne l’azienda e i suoi rappresentanti. Questa assenza è un fatto gravissimo nei confronti delle istituzioni e soprattutto nei confronti dei lavoratori e delle loro famiglie”: hanno commentato i rappresentanti sindacali intervenendo all’incontro questo pomeriggio. Abbiamo chiesto al Mise e alla Confindustria regionale – proseguono i rappresentanti sindacali - di condannare pubblicamente l’atteggiamento dell’azienda Manifattura Riese (marchio Navigare) che, come è noto, ha aperto la procedura di licenziamento collettivo per cessazione di attività mettendo in liquidazione l’azienda solo per fini speculativi, lucrando sulla vendita del marchio e sull’abbattimento dei costi, nonostante i bilanci dell’azienda siano positivi”.

“All’incontro abbiamo concordato con il Mise che la richiesta di ritiro della procedura di licenziamento collettivo venga verbalizzata. Facciamo, infatti, presente che sia a livello regionale che nazionale sussistono accordi per l’utilizzo di tutte le misure alternative ai licenziamenti (il patto per il lavoro della Regione Emilia-Romagna e l’avviso comune sottoscritto dal Governo con Cgil, Cisl, Uil), a questo si aggiunge la proroga del blocco dei licenziamenti per i lavoratori della Moda fino al 31 ottobre e il tavolo permanente di crisi del settore. Per queste ragioni, il comportamento dell’azienda va respinto con forza, poiché esempio di comportamento imprenditoriale inqualificabile, e ci impegniamo a intraprendere tutte le azioni legali necessarie”: concludono i sindacati.