"Non siamo stati invitati al tavolo, ma avremo continuato seguendo la nostra linea. Non firmiamo accordi dove non si stabilizzano i precari", taglia corto Fabrizio Graziola, segretario della Fiom Valle d'Aosta, sulla questione Core Informatica, l'azienda di Pont-Saint-Martin specializzata in sistemi informatici.

(Fabrizio Graziola intervistato da Sonia Marchese)

Dice Graziola: "Un'azienda di quasi 150 dipendenti, come la Core Informatica, che ne abbia solo una cinquantina a tempo indeterminato e tutti gli altri in somministrazione fa già capire quale sia la loro filosofia. E alla Fiom interessa unicamente che ci sia lavoro sicuro per tutti. Sulla pelle dei lavoratori niente scherzi".

(Alessandro Turco, Fiom Cgil Valle d'Aosta, intervistato da Sonia Marchese)

I fatti

"Alla Core ci sono somministrati che lavorano da quasi dieci anni. Da qui nasce anche il rifiuto della Fiom di firmare. Il nostro sindacato ha sempre chiesto di stabilizzare i lavoratori più anziani (quelli che da più anni lavorano per la società). E poi che ci sia un'inversione di marcia. Attualmente il rapporto numerico tra dipendenti diretti e somministrati (assunti, cioè, tramite agenzie interinali) è quasi di 1 a 2, un dipendente diretto contro due somministrati". Spiegando la questione della Core, il segretario dei metalmeccanici della Cgil sottolinea l'atteggiamento conflittuale dei vertici del gruppo su quest'argomento: "L'azienda non sembra intenzionata a cambiare rotta. La logica è sempre stata quella di tenere conto delle prerogative del mercato e non dell'aspetto umano. Questo disagio si evince anche dalla durata dell'assemblea, che sarebbe dovuta terminare nell'arco di un'ora e invece si è conclusa dopo oltre due ore. Tra i temi più caldi non c'è stato solo l'accordo, ma i rapporti interpersonali all'interno dell'azienda. Si sono verificate situazioni al limite del paradosso. Per esempio vi sono lavoratori che sono arrivati al punto di rifiutare un passaggio del contratto a tempo indeterminato, proprio perché il “clima” nell'azienda non è dei migliori. C'è troppo stress e questo viene anche sottolineato, oltre che dai lavoratori, da un documento di valutazione del rischio stilato dalla stessa Core, dove si evincono dei parametri negativi. Si chiama relazione Stress da lavoro correlato", conclude Graziola.

Tensione alle stelle

Che alla Core ci sia agitazione è palpabile già solo dal fatto che, in occasione dell'ultima assemblea dei lavoratori, una decina di giorni fa, i sindacati avevano convocato all'esterno dello stabilimento una conferenza stampa per spiegare agli organi di informazione le motivazioni del no alla firma dell'accordo. Un no categorico che arriva in primis dalla Fiom, che non firma accordi dove non si stabilizzano tutti i lavoratori precari o almeno la maggior parte. In questo accordo era previsto il passaggio dei contratti a tempo indeterminato solo per 6 lavoratori su circa 150. 

"Impensabile firmare se i presupposti sono questi", dice Graziola. Ma la conferenza stampa non si è svolta, visto che i dirigenti dell'azienda si sono opposti fermamente alla partecipazione dei giornalisti. Non è stato possibile neppure far fare una ripresa agli operatori del Tg3 Rai all'interno dell'azienda. I giornalisti presenti sono stati letteralmente buttati fuori dall'edificio sotto una pioggia battente. "La conferenza stampa si sarebbe dovuta svolgere all'esterno in concomitanza con l'assemblea, ma viste le condizioni meterologiche avverse, siamo stati costretti a fare l'assemblea all'interno dello stabilimento. Però buonsenso vuole che si sarebbe potuto consentire ai giornalisti l'accesso a una sala adiacente a quella dove si svolgeva l'assemblea, in modo che gli organi di informazione non sarebbero dovuti stare fuori al freddo nelle due ore di svolgimento dell'incontro. Così non è stato purtroppo. Senza un briciolo di senso dell'umanità i giornalisti sono stati lasciati sotto la pioggia ad attendere la conclusione dell'assemblea per poter intervistare i segretari delle organizzazioni sindacali e i lavoratori".