Per Cgil, Cisl e Uil Emilia-Romagna la bozza ‘Proposta al Governo per l’avvio della Fase 2’, presentata dalla Regione Emilia-Romagna lo scorso 18 aprile all’interno del Patto per il lavoro, "di cui abbiamo preso atto ma che non abbiamo condiviso, rappresenta una base di discussione che dovrà essere necessariamente meglio articolata".

Così in una nota unitaria che ricorda come "le proposte di modifica e d’integrazione presentate nei giorni scorsi vanno proprio in questa direzione. In vista, quindi, dell’imminente fase 2, chiediamo un incontro con il presidente Bonaccini per discutere delle proposte di modifica e d’integrazione alla bozza ‘Proposta al Governo per l’avvio della Fase 2’, che come Cgil-Cisl e Uil abbiamo inviato nei giorni scorsi e su cui, finora, non abbiamo avuto alcun riscontro".

In questa fase di emergenza, ricordano i sindacati, "diventa necessaria una linea di comando chiara e semplificata per organizzare e mettere a sistema tutti i protocolli e gli accordi siglati tra imprese e parti sociali che riguardano la sicurezza e la gestione e il contrasto alla diffusione del Covid-19. Un incontro tra sindacati e Amministrazione regionale è diventato quanto mai urgente, visto che i protocolli nazionali vanno tradotti in un quadro territoriale. Inoltre, mancando di fatto una regìa regionale, i diversi tavoli provinciali che si stanno costituendo per la gestione della ‘fase2’ rischiano di nascere in un contesto di grande disomogeneità".

Ma non solo: "Sul tavolo ci sono molte questioni aperte e quanto mai urgenti su cui occorre che la Regione Emilia Romagna dia risposte in tempi celeri. In primis, la situazione dei lavoratori in cassa integrazione che, a tutt’oggi, almeno nell’80% dei casi non hanno ancora ricevuto nessun pagamento e sui cui chiediamo che la Regione solleciti il Governo. Secondo, le infrastrutture: la fase due autorizza l’avvio dei cantieri, ma a tutt’oggi la Regione Emilia Romagna non ha fornito alcuna indicazione su tempi e modi. Infine, il turismo, voce pesante della nostra economia, che ancora non ha visto nessun protocollo o linee guida condivisi con le parti sociali. Una forte regìa regionale è diventata, specie in questo critico momento, un elemento strategico e imprescindibile per funzione di coordinamento e per dettare linee guida omogenee per tutti i livelli territoriali, per i tavoli di confronto e per l’attribuzione di ogni singola competenza", termina la nota.