Stipendi a rischio per i prossimi mesi, nessuna erogazione del salario accessorio da più di un anno mentre è incerta l'offerta di servizi ai cittadini. È in estrema sintesi lo stato in cui versa la Provincia di Cosenza che, pur essendo in uno stato di regolarità finanziaria, non dispone della necessaria liquidità per affrontare le spese di gestione e funzionamento relativamente all'ultimo trimestre dell'anno. A denunciarlo sono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl territoriali, insieme alle Rsu, che per oggi hanno indetto un'assemblea sit-in di protesta all'esterno del palazzo della Provincia.

I sindacati sottolineano, infatti, come i mancati trasferimenti erariali da parte del governo nazionale e regionale relativamente agli anni 2018 e 2019 “rendono insostenibile la normale amministrazione, l'erogazione dei servizi e il pagamento degli stipendi, per un ente che ha competenze, anche dopo l'incompiuta riforma Delrio, di importanti e fondamentali funzioni”, quali, ad esempio, la viabilità provinciale, con circa 2.700 km di strada; l'edilizia scolastica, con la manutenzione e la gestione di circa 120 edifici; l'ambiente, i rifiuti e la depurazione e altro ancora.

Questa situazione di “cassa”, dovuta al mancato trasferimento delle risorse, “non consente più di effettuare, con la necessaria puntualità, i pagamenti in favore delle imprese che eseguono, per conto dell'ente, lavori, servizi e forniture, con ricadute negative anche per le lavoratrici e i lavoratori interessati. Alla precarietà economica è da aggiungere quella del personale in servizio, che non percepisce da più di un anno ogni tipo di salario accessorio previsto da contratto”. Una sofferenza che si interseca con la carenza di personale, dovuta ai trasferimenti e per effetto dei pensionamenti, che, insieme al blocco del turn over, registra ulteriori difficoltà nei settori strategici dell'ente: l'edilizia scolastica e la viabilità.

La vicenda di Cosenza però non è la sola nel panorama disastrato di Province e Città metropolitane. La Fp Cgil nazionale denuncia, infatti, come “a cinque anni dalla riforma Delrio e dalle scelte finanziarie che hanno imposto un prelievo forzoso insostenibile, le Province e le Città metropolitane continuano a vivere una situazione di profonda incertezza sulla prospettiva istituzionale e sulla chiusura dei bilanci”. A rischio, e Cosenza lo dimostra, i servizi e le lavoratrici e i lavoratori, senza contare le carenze di organico. Per queste ragioni la Funzione pubblica Cgil nazionale rivendica interventi necessari “sul finanziamento e sulle politiche occupazionali degli enti, a partire dal superamento dei vincoli sulle assunzioni del personale”.