Tra le forze che si presentano alle elezioni l’attenzione per il Meridione è ambivalente. Se nell’accordo quadro per un programma di governo del centrodestra non se ne fa cenno, nei programmi delle singole forze che ne compongono l’alleanza il capitolo compare, anche se le proposte non coincidono, a parte il ponte sullo Stretto, voluto sia dalla Lega sia da Forza Italia. Nello schieramento del centrosinistra, la lista Pd–Italia democratica e progressista si impegna, tra l’altro, a destinare al Sud il 40% delle risorse del Pnrr e il 34% di quelle del bilancio ordinario. Per il Terzo Polo le risorse da utilizzare sono quelle europee.

Centrosinistra
La proposta per il Mezzogiorno della lista Pd–Italia democratica e progressista “è un cambio di paradigma: noi crediamo che l’Italia potrà avere una crescita forte, durevole e sostenibile, solo se saprà colmare i suoi divari territoriali”. Ovviamente servono risorse: “Vogliamo che la quota d'investimenti destinata al Mezzogiorno nei diversi ambiti del Pnrr (40%) e nel bilancio ordinario dello Stato (34%) sia rispettata e che i fondi derivanti dalle politiche di coesione nazionali ed europee siano aggiuntivi e complementari. Proponiamo la proroga, il potenziamento e la razionalizzazione dei diversi meccanismi d'incentivazione per l’occupazione nel Mezzogiorno, puntando su giovani e donne. Ci impegniamo a portare avanti il negoziato con la Commissione europea sulla “fiscalità di vantaggio per il lavoro al Sud”. E ancora, l’impegno per le Zes e per una politica industriale. Infine, la proposta di “insediare nel Mezzogiorno poli di formazione su rinnovabili e transizione verde”.

Sorprende, invece, che nel programma di Verdi e Sinistra del Mezzogiorno non si faccia menzione.

Centrodestra
Fratelli d’Italia
sostiene che “risollevare l’Italia partendo dal Sud come volano di sviluppo e rilancio di tutta la nazione è la priorità su cui si baseranno i provvedimenti volti a eliminare le disparità, creare occupazione, sviluppare infrastrutture moderne, garantire la sicurezza sociale e la qualità della vita nel Mezzogiorno”. Ecco allora le proposte: protagonista della transizione energetica ed ecologica italiana; investire in infrastrutture sociali; rafforzare ed estendere la misura “decontribuzione Sud”; introdurre procedure semplificate e tassazione agevolata per le imprese che investono e operano nelle aree economicamente depresse.

Nel capitolo: “Cresce il Mezzogiorno, cresce l’Italia” del programma della Lega si legge: “Occorre incentivare i giovani a continuare il percorso di studi al Sud e favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro. I sussidi a pioggia non hanno funzionato e hanno alimentato, spesso, cattedrali nel deserto. Occorre, quindi, guardare al futuro favorendo l’insediamento di gruppi industriali importanti, concedendo misure di sostegno alle imprese per l’occupazione”. Si propongono “fiscalità di vantaggio, agevolazioni normative e amministrative, incentivi finalizzati alla piena occupazione, all’attrazione di capitali, anche tramite la creazione di appositi distretti produttivi innovativi e sostenibili”. C’è poi il capitolo infrastrutture: rafforzamento della viabilità, Zes e ponte sullo Stretto. Tra le proposte per il Sud, infine, c'è il “federalismo amministrativo e la responsabilizzazione degli enti locali tramite formazione e meccanismi incentivanti e premianti”.

Sintetico il riferimento al Sud di Forza Italia: “Sviluppo d'investimenti infrastrutturali (strade, porti, ferrovie, centri logistici) al servizio dei cittadini, delle imprese, dell’agroalimentare e dei flussi commerciali nel Mediterraneo. Realizzazione del ponte sullo Stretto, la più grande opera pubblica su cui Forza Italia si batte da decenni. Creazione delle condizioni per sviluppare innovazione, ricerca, competitività per la transizione e digitalizzazione. Stanziamenti di risorse ad hoc per l’attivazione di poli d'innovazione e per l'imprenditorialità giovanile e femminile. Sviluppo d'impianti di energia rinnovabile, favorendo le nuove tecnologie (eolico off set). Nel Mezzogiorno è concentrato il 40,2% del totale delle fonti energetiche alternative del Paese”.

Terzo polo
Per l'alleanza tra Azione e Italia viva “le opportunità per rilanciare il Mezzogiorno passano dalle risorse europee”, da utilizzare per 12 proposte: trasformazione dell’Agenzia per la coesione in Agenzia per lo sviluppo; differenziare la defiscalizzazione per incentivare la crescita dimensionale delle imprese; garantire i livelli essenziali delle prestazioni sociali; completare l’Alta velocità e potenziare i treni regionali; realizzare l’esagono della portualità; rafforzare le Zes; fare del Sud l’hub energetico del Mediterraneo; migliorare i livelli d'istruzione e combattere la dispersione scolastica.

Movimento 5 stelle
L'unico riferimento al Meridione di tutto il programma del Movimento si trova nel paragrafo dedicato al lavoro e al welfare. E recita: "Stabilizzazione di 'decontribuzione Sud' per proteggere e creare nuovi posti di lavoro nel Mezzogiorno".

Unione popolare
L'accenno al Mezzogiorno lo si individua nel capitolo “Fermare l’autonomia differenziata e salvaguardare i beni comuni e i servizi locali”. Si legge: “Stop al progetto di autonomia differenziata che divide ulteriormente il Paese tra regioni ricche e regioni povere, in particolare penalizzando il Sud. Mettere in campo politiche di autonomie territoriali e di prossimità. Non più potere alle Regioni, ma più potere ai territori e al popolo. Basta colonizzazione del Sud e sfruttamento del suo territorio da parte delle multinazionali”.