"Sostegno alla magistratura per l’inchiesta che ieri ha portato all’applicazione di oltre duecento misure cautelari in capo ad altrettanti soggetti, oltre a tantissime perquisizioni e sequestri nella provincia di Cosenza. Non possiamo, tuttavia, non manifestare, al contempo, grande preoccupazione per le notizie che stanno emergendo dalle intercettazioni telefoniche pubblicate e che prospettano un sistema criminale, consolidato da oltre 20 anni, ormai penetrato in pezzi consistenti della società economica, tanto da deformarla", così in una nota dei segretari generale la Cgil Cosenza e la Cgil del Pollino Sibaritide Tirreno.

"Auspichiamo – continua il comunicato – che si proceda a passo spedito, e con tutte le garanzie di legge, nell’individuare tutte le responsabilità. Questa vicenda ci convince sempre più che la strada intrapresa dalla  nostra organizzazione verso una istituzionalizzazione dei protocolli di legalità debba essere, non solo praticata più convintamente, ma anche alimentata e sostenuta da tutte le istituzioni chiamate in causa; diversamente, rischiamo di trovarci davanti ad un ulteriore dramma sociale che si abbatterà sui tanti lavoratori che operano nelle aziende sequestrate".

Come Cgil "in questi anni abbiamo portato avanti azioni costanti per garantire la legalità nei luoghi di lavoro, attraverso sia i Contratti collettivi nazionali che i protocolli, capaci di fare da argine molte volte ai tentativi di infiltrazioni, grazie a una azione costante di confronto in sinergia con le  prefetture. Riteniamo che le ripercussioni che questa indagine provocherà in termini di posti di lavoro debbano, sin da subito, essere oggetto di riflessioni finalizzate a salvaguardare le aziende vessate, e quelle eventualmente infiltrate, per garantire l’occupazione e renderla pianamente dignitosa".

"Insieme all’azione della magistratura, in un sistema di garanzie, servono atti concreti, anche da parte della politica, specialmente in una fase come quella che stiamo vivendo, capaci di dare forza alle istituzioni attraverso la riconquista della fiducia dei cittadini, sempre più spesso mortificata. Questo non è il momento delle tifoserie, né della solidarietà à la carte, oggi è il momento delle responsabilità, il momento in cui le forze politiche devono dimostrare consequenzialità alle parole di sostegno nei confronti del procuratore Gratteri". 

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