"La digitalizzazione della quale l'Inps tanto si vanta è un bluff: l'unico effetto è stato quello di creare un muro invalicabile, abbandonare le persone e negare loro i diritti". A dirlo è la segretaria Fillea Cgil Cagliari Erika Collu: "Gli uffici dell'Istituto di previdenza in città sono un fortino inaccessibile, con il quale non si può comunicare di persona o via email o al telefono. A utenti o intermediari, come patronati e organizzazioni sindacali, non viene data alcuna spiegazione sugli eclatanti ritardi delle pratiche".

Erika Collu evidenzia che il sindacato prova "quotidianamente, in tutti i modi e senza alcun riscontro, a interloquire con gli uffici territoriali. L'unica interfaccia è il call center nazionale, ma da Roma arrivano risposte parziali e mai verificabili, perché il rimbalzo delle responsabilità a Cagliari non trova alcun interlocutore". Il sindacato denuncia le lungaggini nell'erogazione dei sussidi di mobilità o cassa integrazione, e le domande di pensione in attesa di risposta persino da sette mesi: "Citiamo il caso emblematico di un lavoratore edile, per il quale a settembre scorso abbiamo inoltrato, tramite il patronato Inca Cgil, la pratica per l'Ape sociale", prosegue la segretaria Fillea: "L'Inps ha totalmente ignorato la domanda: non è arrivato l'assegno né alcuna comunicazione sulla motivazione in base alla quale la pratica è ferma".

"Una situazione insostenibile - commenta la segretaria generale Cgil Cagliari Simona Fanzecco - che si scarica sulle spalle di cittadini, lavoratori, pensionati, lasciati soli e senza spiegazioni, in balia dei ritardi e delle inefficienze di un Istituto che ormai appare scollegato con il mondo reale". Numerosi problemi sono stati riscontrati anche sulle domande al Fondo di garanzia, anche in questo caso senza alcuna risposta per mesi: "Inoltriamo solleciti cui nessuno fornisce riscontro, l'Inps ignora persino le pec. Il risultato è che spesso si è costretti a ricorrere ad azioni legali che poi gravano sulle casse pubbliche".