Le immagini di questi giorni che hanno visto coinvolti giovani studenti attinti dai manganelli delle forze di Polizia rappresentano sempre un brutto spettacolo, come del resto quando queste cose riguardano lavoratori scesi in piazza a difesa  del posto di lavoro. Così come un brutto spettacolo è anche quello degli imbecilli che, tra i manifestanti, fanno degenerare le cose. Penso alle immagini in cui si travolgono transenne usate per spingere i reparti o si lanciano vernice e petardi: comportamenti violenti, tipici delle manifestazioni non autorizzate dove a rimetterci spesso sono soprattutto coloro che si trovavano in quei luoghi con ben altro spirito.

La domanda che viene spontanea, viste le diverse situazioni Roma, Torino Milano o Napoli è la seguente: siamo in presenza di una risposta eccessiva? Si poteva e doveva essere meno reattivi trattandosi di giovani se non di giovanissimi? Non ci sottraiamo ad una riflessione sul delicato momento che attraversiamo come anche sulla professionalità che attiene al nostro delicato lavoro. Di sicuro ogni servizio di ordine pubblico ha una storia a sé e non segue canoni ripetitivi. Semmai è figlio del particolare momento storico.

Ciononostante emerge un'ulteriore precisa domanda: la tutela dell'ordine pubblico è finalizzata alla protezione di quali beni giuridici?
Lo dico perché, oggi, la politica si scandalizza. Politica alla quale domando, senza alcuna ipocrisia, se lei stessa voglia e sostenga una legge organica sullo svolgimento delle manifestazioni.

La realtà è che in Italia una legge organica sullo svolgimento delle manifestazioni non esiste. Esistono norme costituzionali e qualche articolo del Tulps (il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, ndr). Tutto il resto è lasciato alla discrezione (non vorrei usare il termine arbitri) di organizzatori e Questore che ha potere di ordinanza. L'esecuzione del servizio poi è condizionata da una trattativa spesso estenuante tra autorità di pubblica sicurezza e leader dei manifestanti.  Con questi ultimi che spesso ti dicono che loro non hanno il "controllo" di tutti i manifestanti "ma solo di quelli pacifici".

Siamo sempre stati disponibili a discuterne nell'interesse generale ma senza ipocrisie di sorta condannando e perseguendo chiunque, ripeto chiunque, porti violenza ingiustificata all'interno delle manifestazioni. Siamo pertanto concordi nel trovare possibili soluzioni a problemi che, se non risolti, ricadranno sempre e comunque su chi veste una divisa e su chi manifesta pacificamente affinché non si assista più ad atti di arbitrio o a scene che non vorremmo mai più rivedere. Tutto questo, però, con l'onestà intellettuale necessaria.

(Daniele Tissone, segretario generale Silp Cgil)