Sono cinque le misure cautelari eseguite all’alba di oggi (venerdì 14 gennaio) dalla Digos della Questura di Roma per l'assalto alla sede nazionale della Cgil il 9 ottobre scorso. I reati contestati sono associazione, devastazione e saccheggio, nonché la resistenza con violenza perpetrata ai danni delle forze dell'ordine impiegate nell'azione di contrasto dei disordini.

Agli arresti domiciliari è finito Giuseppe Bonanno Conti, leader catanese di Forza Nuova. L'uomo, con precedenti specifici, sarebbe stato individuato in seguito all'esame ulteriore delle immagini a disposizione della Digos. Insieme a lui ai domiciliari è stato sottoposto un attivista genovese del cosiddetto movimento “No Green pass”. Le altre misure riguardano due romani incensurati, sottoposti all'obbligo di firma dinanzi alla polizia giudiziaria, e un bolognese, per il quale il gip ha disposto l'obbligo di dimora nel comune di residenza.

Da quanto emerso dalle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto di Roma Michele Prestipino e dalla pm Gianfederica Dito, i cinque indagati avrebbero preso parte all'assalto della sede del sindacato. Questi provvedimenti si aggiungono a quelli già emessi dall'autorità giudiziaria, che hanno visto coinvolte molte persone, tra cui il leader capitolino di Forza Nuova Giuliano Castellino, tuttora sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere.

"L'intensità offensiva delle condotte contestate e l'imminente svolgimento di un'altra manifestazione, prevista per il 15 gennaio, indetta dal movimento no vax, consolidano e rendono quanto mai attuale le esigenze cautelari". Così scrive il gip di Roma Annalisa Marzano nell'ordinanza con cui ha disposto le cinque misure cautelari: "In ragione dell'estrema tensione sociale è necessario intervenire con i presìdi che impediscano adesso e nel prossimo futuro che costoro possano strumentalizzare libere e pacifiche manifestazioni di pensiero, insinuandosi pericolosamente nei cortei per alimentare gli animi dei facinorosi e fomentare azioni di violenza". Il gip così conclude: "Il clima di forte dissenso contro le perduranti e inasprite misure di contenimento della diffusione del virus rende ancora più intensa ed evidente l'attualità del pericolo di commissione di reati della stessa specie e l'assoluta necessità di contenere tali insidie attraverso il ricorso a misure cautelari".