"Il blitz di martedì, frutto del lavoro di indagine della direzione distrettuale antimafia lombarda, ha portato di nuovo alla luce il fenomeno dell’infiltrazione mafiosa nella nostra provincia. La 'Ndrangheta governa ormai intere aree del territorio ed estende il suo controllo su una parte significativa dell’economia locale .L’attività della magistratura è fondamentale ma insufficiente se lasciata sola. E’ necessaria una presa di coscienza dell’intera società". Così Matteo Mandressi, segretario Cgil Como, con delega alla legalità.

"Le istituzioni, le organizzazioni di rappresentanza, l’associazionismo, la cittadinanza attiva, ognuno di noi, deve fare la sua parte per combattere questo cancro prima che diventi metastasi. Non basta l’indignazione collettiva, è necessario togliere ossigeno all’illegalità diffusa e organizzata. Per far questo, serve estendere la rete sociale di buone relazioni, mettere in campo politiche inclusive e di promozione sociale", prosegue il sindacalista.

"Una denuncia determinata come organizzazione sindacale la vogliamo fare nei confronti della cattiva politica che si nutre del consenso di personaggi al centro dell’indagine. Facciamo riferimento in modo esplicito ai componenti del consiglio comunale di Como, Cantù e Lomazzo che, pur non essendo destinatari di misure restrittive, hanno intrattenuto rapporti equivoci con membri della 'Ndrangheta", aggiunge il dirigente sindacale.

"Non è necessario che i comportamenti abbiano rilevanza penale per ricevere una ferma condanna morale. Quei politici citati nelle intercettazioni, che hanno cercato consensi 'per conoscenza', prescindendo dal rapporto fiduciario individuale e dalle buone prassi, devono rimettere immediatamente i propri incarichi.E’ ora di rescindere i rapporti che affondano in quell’area grigia, anticamera dell’illegalità e nemica dell’etica.", conclude l'esponente Cgil.