Al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili è andato in scena il primo confronto sul rilancio del trasporto pubblico locale tra il capo del dicastero, Enrico Giovannini, e i tre segretari generali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, Stefano Malorgio, Salvatore Pellecchia e Claudio Tarlazzi. Un incontro interlocutorio con al centro la cosiddetta riforma della "Commissione Mattarella" (dal nome del professor Bernardo Giorgio Mattarella, professore di diritto amministrativo presso il Dipartimento di giurisprudenza della Luiss che la presiede, ndr) incaricata di avanzare proposte per la definizione del quadro normativo in relazione agli aspetti economici-finanziari e criteri per la ripartizione dei contributi statali.

"Al tavolo – ha spiegato il leader della Filt, Stefano Malorgio – abbiamo portato soprattutto la necessità che il trasporto pubblico riparta, che sia meglio finanziato e abbia una ristrutturazione industriale che permetta di affrontare l'uscita dalla pandemia e la ripresa di una mobilità che si annuncia molto diversa rispetto allo stato d'emergenza che viviamo da 18 mesi a questa parte".

"Le nostre richieste – ha sottolineato Malorgio – sono di dotare il settore di un assetto industriale più adeguato, con aziende più grandi e gare su lotti maggiori. L’estrema frammentazione del comparto rappresenta un freno allo sviluppo: troppe aziende con poca capitalizzazione che andrebbero rimesse assieme attraverso un mix di risorse e di normative che rendano vantaggiosa la loro aggregazione. Pensiamo si debba rafforzare il fondo nazionale dei trasporti  e investire sulle garanzie per il lavoro, soprattutto nell'evenienza di cambi di appalto che mettono a rischio l'occupazione di migliaia di addetti".

Nel corso della riunione, tutte le parti hanno riconosciuto il problema delle aggressioni. Accordo unanime sulla necessità di definire al più presto un protocollo per individuare le azioni da porre in essere. Secondo i sindacati, stazioni, strade, capilinea, treni e mezzi pubblici di trasporto sono diventati teatro di frequenti episodi di conflitto che sfociano in episodi di violenza fisica. Le lavoratrici e i lavoratori operano in un clima di costante tensione, aggravata dalle ulteriori incombenze legate ai controlli anti-covid e all'introduzione del controllo del green pass. Filt, Fit e Uiltrasporti hanno ribadito la necessità di un monitoraggio puntuale e continuo del fenomeno, che non si basi solo sulle denunce presentate ma anche sulla percezione del rischio deglil operatori durante lo svolgimento del servizio.

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