Un settore in picchiata, verrebbe da dire, andando a scorrere dati e statistiche degli ultimi mesi. La pandemia ha colpito e continua a colpire duramente il trasporto aereo. Negli aeroporti italiani c’è stato un autentico crollo dei passeggeri, con un meno 65% rispetto al 2019, equivalenti a una perdita di 130 milioni di clienti, a fronte degli oltre 200 milioni previsti. Un caduta verticale, dunque, e la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente.  

"Le stime per il 2020 sono in costante aggiornamento - spiega in una nota Assaeroporti (l’associazione di categoria che rappresenta gli aeroporti italiani) - e continuano ad essere riviste al ribasso. Le prospettive per gli scali italiani restano negative".

Timidi segnali positivi dal traffico aereo si sono registrati a giugno e luglio, complice la ripartenza di molte tratte nazionali e internazionali, ma sono numeri che rendono il quadro non meno critico, se consideriamo il dato più recente fornito da Aeroporti di Roma, relativo ad agosto, tradizionalmente il mese di picco del traffico aereo, che fa ripiombare pesantemente il settore nell’angolo: rispetto a una media di 150.000 passeggeri al giorno, oggi si registrano circa 30.000 utenti, pari a quasi l’80% in meno.   

Nel mese di giugno, il sistema aeroportuale nazionale ha registrato 1,1 milioni di passeggeri, con un incremento di 885.000 unità rispetto a maggio 2020. “Un importante passo in avanti, dopo il sostanziale azzeramento registrato nel primo periodo della pandemia“, precisa l’associazione di categoria.

Emblematici i dati relativi al periodo del lockdown: rispetto al 2019, il traffico passeggeri ha registrato una contrazione del 99,3% ad aprile, del 98,7% a maggio e del 94,2% a giugno. Nel complesso dei primi sei mesi dell’anno, i passeggeri sono oltre 27 milioni, con un calo del 69,9% sullo stesso periodo dello scorso anno, e i movimenti di aeromobili sono pari a 310.676, con un -60%.

In realtà, la flebile ripresa in realtà è confermata anche a luglio (+1,2 milioni di passeggeri nelle prime tre settimane rispetto a giugno 2020), ma il problema resta. “La data entro la quale si conta di arrivare a un pieno recupero del traffico aereo, viene continuamente spostata in avanti”, ammette Assaeroporti.

 L’ultima stima la fornisce Aci Europe (l’associazione dei gestori aeroportuali europei), secondo cui “i livelli di passeggeri registrati nel 2019 nell’Unione saranno nuovamente raggiunti non prima del 2024”. I rallentamenti sono dovuti alla presenza di forti restrizioni di viaggio soprattutto con i Paesi extra-Ue, nonché dell’insufficiente allineamento, a livello europeo, delle politiche di trasporto e delle misure operative di prevenzione del contagio.

Sullo sfondo, permane una situazione finanziaria preoccupante, che ovviamente ricade sui conti dell’intero sistema aeroportuale: i gestori degli scali li definiscono allarmanti e ritengono indispensabili interventi di sostegno diretto, soprattutto attraverso la costituzione di un apposito fondo a favore dei gestori e l’introduzione di una serie di alleggerimenti fiscali, tra cui la riduzione, soprattutto per i piccoli aeroporti, dell’addizionale comunale sui diritti di imbarco, tassa che grava su tutti i passeggeri aerei che partono dagli scali nazionali.