Marks & Spencer annuncia il taglio di 7.000 posti di lavoro nei prossimi tre mesi per gli effetti della pandemia. La notizia arriva dalla stessa multinazionale britannica, che si occupa di vendite al dettaglio. L'azienda ha spiegato la volontà di "razionalizzare il proprio business", a causa della "sostanziale incertezza sulle condizioni di mercato e sulla durata delle misure di distanziamento sociale".

C'è stato un profondo cambiamento nelle abitudini di commercio, ha proseguito la proprietà, e "anche se è troppo presto per prevedere con precisione come si assesterà il nuovo mix di vendite post-Covid, dobbiamo agire ora per gestire questo cambiamento". Nel particolare l'azienda starebbe pensando a un combinato tra uscite volontarie e pensionamenti anticipati.

Non si è fatta attendere la dura reazione dell'Usdaw, il sindacato dei commercianti in Gran Bretagna. Per il leader Steve Gill i tagli "sono un colpo devastante per il personale M&S e un'altra bomba nelle strade della Gran Bretagna". Per parare il colpo il governo inglese, nel più breve tempo possibile, "deve sviluppare un piano di recupero per il commercio al dettaglio di cui c'è molto bisogno".