"Esprimiamo forte preoccupazione per la notizia diffusa dall’associazione "Rete Lenford", secondo cui l’amministrazione di Roma Capitale si sarebbe rifiutata di eseguire la trascrizione completa dell’atto di nascita del figlio di una coppia di donne, una italiana e l’altra francese, redatto in Francia e riportante l’indicazione della doppia genitorialità, conformemente a quanto previsto dalla legge di quel Paese". Così, in una nota, l'Ufficio Nuovi Diritti della Cgil di Roma e del Lazio. 

"Questa decisione - continua la nota - contraddice quanto sancito in più occasioni dalle corti italiane e, da ultimo, dalla Corte Europea di Giustizia nella sentenza del 14 dicembre 2021. La Corte ha stabilito infatti che 'i diritti dei bambini di una coppia omogenitoriale, il cui atto di nascita è registrato in un Paese terzo, devono essere riconosciuti anche negli Stati membri dove non è previsto il riconoscimento della filiazione tra persone dello stesso sesso'. Abbiamo letto dell’auspicio dell’amministrazione capitolina affinché il Parlamento legiferi per porre riparo a un’evidente ingiustizia che ancora vige nel nostro Paese e che non riconosce pari diritti alle figlie e ai figli delle coppie omogenitoriali rispetto a tutti gli altri bambini e la richiesta al Viminale di trascrivere l’atto di nascita completo.

Ci saremmo aspettati maggior coraggio da parte di questa amministrazione, che avrebbe potuto far valere i pronunciamenti delle corti. Una simile, grave, decisione, d'altra parte, lascia amareggiati anche perché smentisce quanto promesso dall'amministrazione comunale in merito all’attenzione verso i diritti della comunità LGBTQI+ della nostra città e fa il paio con la mancata istituzione e operatività del relativo ufficio, trascorsi ormai moltissimi mesi dall’insediamento della nuova Giunta. Auspichiamo quindi che venga rivista. Confidiamo, inoltre, in un cambio di rotta a partire dalla convocazione delle associazioni LGBTQI+ cittadine e dal conseguente rispetto degli impegni assunti durante la campagna elettorale".