“Docente impeccabile e rigorosa, impegnata nel rispetto delle regole che presiedono al funzionamento della istituzione pubblica anche in tempi difficili”. Si apre con un bel ricordo di Lauralba Bellardi, esponente di primo piano della scuola di diritto del lavoro creata e sviluppatasi a Bari sotto la guida di Gino Giugni, il n. 2/2020 della Rivista Giuridica del Lavoro, il trimestrale fondato nel 1949 da Aurelio Becca e Ugo Natoli, e attualmente diretto da Umberto Carabelli, che raccoglie i contributi teorici, i commenti e le analisi delle più rilevanti pronunce della Corte di giustizia Ue, della Corte europea dei diritti umani, della Corte Costituzionale e della Cassazione, seguendo l’evoluzione del diritto del lavoro in Italia e in Europa.

Il fascicolo di questo secondo numero dell’anno ospita nella prima parte (Dottrina) alcuni saggi, tutti centrati su temi di notevole rilevanza: si va dal reddito di cittadinanza alle relazioni industriali nel settore credito, dalla interposizione illecita alla rappresentanza dei professionisti, al cumulo tra pensione e retribuzione e licenziamento nelle cooperative.

Di particolare interesse un saggio sui profili costituzionali del licenziamento per giustificato motivo oggettivo.
”Se si guarda alla storia repubblicana – argomenta in proposito Francesco Pallante –, si può distinguere una prima fase rivolta alla tutela del lavoratore dipendente (punto culminante: lo Statuto dei lavoratori) da una seconda rivolta, in senso contrario, alla valorizzazione della posizione del datore di lavoro (Jobs Act)”. Un’evoluzione, prosegue il professore associato di Diritto costituzionale all’Università di Torino, il cui esito si può riassumere con il timore, piuttosto diffuso, che il lavoro, smettendo di essere inteso come diritto, torni a essere considerato alla stregua di un bene.

La seconda parte del fascicolo (Giurisprudenza) si apre con uno studio di Alessandra Raffi, professoressa di Diritto del lavoro presso l’Università di Milano, sulla giurisprudenza sui licenziamenti disciplinari. “Una corrente giurisprudenziale pressoché maggioritaria – scrive la docente su RGL 2 – ha preteso di sostituire il giudice alle parti sociali sottoscrittrici del contratto collettivo nella valutazione di gravità delle condotte e, dall’altro, di sostituire alle garanzie procedurali di difesa un inedito principio di primazia dei valori etici, non privo di un suo fascino extra ordinem, ma capace di spazzar via una dopo l’altra tutte le garanzie di forma e di sostanza apprestate dall’ordinamento nei confronti dei licenziamenti disciplinari”.

A seguire, la rivista pubblica i commenti a una serie di decisioni di Corte EDU (controlli a distanza), Cassazione (qualificazione del rapporto di lavoro dei riders, licenziamento disciplinare, infortuni e malattie professionali, trasferimento d’azienda, somministrazione di lavoro, diritto di critica, contrattazione e lavoro intermittente, legge applicabile al rapporto di lavoro internazionale, domanda per prestazioni previdenziali e assistenziali) e giudici di merito (licenziamento collettivo, licenziamento nelle organizzazioni di tendenza, discriminazione indiretta, contratto a termine, appalto e collaborazioni organizzate dal committente). 

La sezione Sicurezza Sociale ospita due commenti: il primo riguardante una sentenza della Cassazione sull’indennità di disoccupazione alla scadenza del contratto a termine; l’altro relativo a una sentenza della Corte di Giustizia in tema di discriminazione di genere nel part time. “Anche se non sempre la giurisprudenza segue percorsi interpretativi lineari – osserva nella parte finale della rivista Aurora Vimercati, ricercatrice di Diritto del lavoro presso l’Università Aldo Moro di Bari – dalla stessa si trae continua conferma della funzione della legislazione antidiscriminatoria quale mezzo per perseguire la parità di trattamento tra uomini e donne quale principio di rilievo costituzionale anche a livello di Unione europea”.

Osservatori online: Corte di Giustizia dell’Unione europea (a cura di Roberta Nunin), Corte europea dei diritti dell’uomo (a cura di Adalberto Perulli), Lavoro pubblico (a cura di Paola Saracini)

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