L’istruzione e la scienza saranno in sciopero il prossimo 25 marzo, condividendo i contenuti dell’appello di Fridays For Future Italia che denuncia la crisi climatica ed ecologica. "Il mondo della conoscenza e della ricerca scientifica ha infatti un punto di osservazione privilegiato su questa dinamica globale, in quanto, tra le altre cose, monitora i cambiamenti climatici ed elabora strategie di intervento, oltre che educare le giovani generazioni al rispetto e alla salvaguardia dell’ambiente e della natura", si legge in una nota della Flc Cgil. 

Per questo, il giorno prima dello sciopero globale per il clima, la pace e il disarmo, la Flc Cgil e Fridays for Future hanno congiuntamente organizzato un confronto sulle ragioni e gli obbiettivi che hanno portato la nostra organizzazione sindacale ad aderire a questa giornata di mobilitazione.

Il confronto si tiene oggi (24 marzo 2022) dalle 10.00 alla Sala convegni del Cnr di Roma (Piazzale Aldo Moro 7), e prevede i saluti della presidente del Cnr e la partecipazione di alcuni scienziati e ricercatori (il climatologo Luca Mercalli; la ricercatrice Enea esperta di sostenibilità ambientale ed economica Daniela Palma, il ricercatore Ispra e componente del Icpp Riccardo De Lauretis, la ricercatrice Cnr e esperta di contaminanti organici persistenti ai poli Nicoletta Ademollo), di esponenti dei movimenti (Friday for future, Fairwatch e Società della Cura, Unione degli studenti e Rete degli Studenti Medi),  e della Fiom (che parteciperà alle mobilitazioni del 25 marzo), oltre che del segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli ,e della vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi.

Per la Flc Cgil "la prossima transizione ecologica deve esser anche socialmente sostenibile, come risulta evidente proprio in questi mesi dal vertiginoso incremento dei prezzi delle bollette e più complessivamente dell’inflazione, che hanno di fatto già eroso gli aumenti contrattuali previsti nelle leggi di bilancio rilanciando povertà, diseguaglianze e sperequazioni tra lavoratori e lavoratrici".

"È quindi evidente, per noi, – continua la nota – la necessità di tenere strettamente connessi l’imprescindibile rivoluzione ecologica con la richiesta di una maggior qualità del lavoro, a partire (nei nostri settori) dalla richiesta di incremento significativo delle risorse per il salario accessorio avente carattere fisso e continuativo, con l’obiettivo di un progressivo allineamento con le retribuzioni medie dei principali Paesi europei. Questione climatica e questione salariale che oggi, nel drammatico contesto internazionale dell’invasione dell’Ucraina e di apertura di una nuova stagione guerra, rende ancora più improrogabili gli interventi per costruire un modello di sviluppo ecologicamente, economicamente e socialmente sostenibile".