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Martedì 19 luglio la Camera dei Deputati ha votato per il rinvio in VII Commissione della discussione della proposta di legge dell'onorevole Vacca sulla riforma della contribuzione studentesca universitaria. “È sicuramente positivo che il tema della contribuzione universitaria sia tornato nell’agenda del Parlamento - afferma Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari – ma la proposta di legge di Vacca, calendarizzata per la discussione in aula nella giornata di lunedì, seppur in parte migliorativa del sistema, non va però a toccare certi aspetti che invece a nostro avviso sono fondamentali”.
Tra questi l’Udu indica, ad esempio, una no tax area per la fetta più povera della popolazione studentesca e un’uniformità nazionale, nonché un abbassamento generale dell’intera contribuzione studentesca. “Ora – prosegue Dionisio - il Parlamento, partendo dalla Commissione ha il dovere di riprendere in mano il diritto allo studio, partendo proprio da uno degli elementi critici del sistema universitario italiano, quello di essere il terzo Paese europeo con le tasse universitarie più alte”.
Per il coordinatore Udu “l’inconsistenza dell’attuale normativa sulle tasse è stata certificata anche dal Consiglio di Stato a maggio. È inaccettabile che la contribuzione debba compensare il sottofinanziamento nazionale del sistema universitario. Per questo vanno innalzati i finanziamenti alle Università, in primis espandendo il diritto allo studio e creando una ampia no-tax area che permetta, anche a quelle fasce di popolazione che oggi non prendono minimamente in considerazione la possibilità di andare all’Università, di poter accedere e procedere con successo ai più alti livelli dell’istruzione”.
Conclude Dionisio: “Seguiremo con attenzione l’evolversi di questa discussione: il ritorno in Commissione non può essere l’ennesimo affossamento di questioni così impellenti. Ulteriori rinvii o stop sarebbero il segnale di come il diritto allo studio non solo non rappresenti una priorità, ma sia una semplice voce di bilancio su cui inserire eventuali briciole di bilancio. È ora di invertire questa tendenza e garantire il diritto allo studio con finanziamenti consistenti, per evitare il crollo ancor più pesante di iscritti e laureati nel nostro Paese”.