I porti sono strutture molto complesse. La natura di numerose attività e la compresenza di più imprese li rendono luoghi ad alto margine di rischio. Adesso gli addetti di Carrara, Livorno e Piombino hanno uno strumento in più: è stato infatti firmato uno specifico Protocollo d’intesa “per la pianificazione degli interventi sulla sicurezza del lavoro”. Un vasto programma (siglato da Regione, Autorità portuali, enti locali, sindacati, Confindustria e altri organismi pubblici), centrato sul forte sostegno all’azione degli Rls e sull’istituzione dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza di sito produttivo (Rlss), sull’accrescimento dei livelli di formazione di tutto il personale, sul consolidamento della vigilanza, dei controlli e della qualificazione delle imprese.

Il Protocollo intende anzitutto valorizzare i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls), con l’elezione in ogni azienda (in una giornata individuata dalle parti stipulanti il protocollo per l’intera portualità). Ai Rappresentanti verrà consegnata copia del Documento di valutazione dei rischi, il loro mandato durerà tre anni e sarà rinnovabile. A ciascun Rls aziendale sono altresì riconosciuti permessi retribuiti nel limite massimo di 32 ore annue per partecipare a riunioni periodiche di coordinamento.

“Il protocollo rappresenta un risultato importante, fortemente voluto dalla Cgil e dalla Filt. Un risultato non scontato, se solo consideriamo che dalla scadenza del primo accordo, nel giugno 2012, sono occorsi ben tre anni per il suo rinnovo”. Così Roberto Bardi, responsabile del Dipartimento Salute e sicurezza della Cgil Toscana, commenta l’intesa che sarà siglata ufficialmente il 22 dicembre. “Il fulcro dell’accordo – spiega Bardi – sta nel perseguire l’obiettivo di elevare in modo strutturale e permanente i livelli di sicurezza nelle attività portuali. Obiettivo che si realizza, in primo luogo, con la riaffermazione del ruolo degli Rls di sito e della loro agibilità. Da sottolineare, inoltre, l’impegno delle istituzioni a realizzare azioni organiche e congiunte di prevenzione, ma anche delle imprese, che della stessa prevenzione devono essere soggetti attivi”.

Ancora più importante, come appunto rimarca Bardi, è l’istituzione dei cinque Rls di sito produttivo (uno per i porti di Carrara e Piombino, tre per Livorno). Il loro mandato avrà durata triennale, e saranno divisi sulla base delle specializzazioni per tipologie di traffico (come contenitori, merci varie, rinfuse solide, rinfuse liquide) presenti nel porto. Per il finanziamento correlato ai loro compiti verrà istituito un apposito fondo annuale, con 350 ore per Carrara, 400 per Piombino e 600 per Livorno per ciascun Rlss. Riguardo la formazione, oltre a quella stabilita per legge e dagli accordi nazionali, verrà loro impartita una formazione specifica e aggiuntiva (da effettuarsi entro tre mesi dalla designazione) per ulteriori 32 ore, cui si aggiungono almeno otto ore di aggiornamento. Complessivamente, dunque, la formazione iniziale degli Rlss avrà una durata non inferiore alle 72 ore.

“Il diritto alla salute e alla sicurezza dei lavoratori nei porti costituisce un impegno di natura prioritaria” riprende il responsabile del Dipartimento Salute e sicurezza della Cgil Toscana. Un impegno che si esplica “determinando la crescita della cultura e della pratica della sicurezza delle imprese, l’incremento dei livelli di formazione di lavoratori e operatori, l’efficacia delle attività di indirizzo, prevenzione e controllo degli enti a ciò preposti, anche attraverso accordi o programmi operativi”. Di grande importanza, conclude Bardi, sono “le azioni di continuo interscambio con le imprese, i lavoratori e le loro rappresentanze, oltre che il sostegno agli Rls aziendali, valorizzandone il ruolo tramite la collaborazione con gli Rls di sito”.

Obblighi importanti sono introdotti a carico delle imprese. Le aziende hanno il compito di effettuare (assieme a Rls e Rlss) l’analisi degli incidenti (compresi i mancati infortuni) e delle relative modalità di accadimento, di comunicare gli incidenti agli Rlss, di esercitare il “controllo costante” sui fattori di rischio e sul rispetto delle norme, di individuare i fabbisogni formativi e dare attuazione a tutti gli accordi sulla formazione d’ingresso e a quelli relativi alle eventuali nuove mansioni (o riqualificazioni) del lavoratore.

Le funzioni di indirizzo, prevenzione e controllo sono assegnate agli enti pubblici coinvolti nel protocollo (Asl, Direzioni territoriali del lavoro, Inail, Inps e Vigili del Fuoco). Il focus degli interventi si concentra sul potenziamento della vigilanza e del sistema di sorveglianza degli infortuni, sul miglioramento dei flussi informativi, sul monitoraggio delle azioni previste nel protocollo, sul supporto all’azione di Rls e Rlss. Altri compiti vengono affidati alle Autorità portuali, come la verifica della qualificazione delle imprese oppure la regolamentazione dell’utilizzo contemporaneo delle banchine pubbliche del porto al fine di ridurre i rischi di interferenze.