Il segretario confederale della Cgil Vincenzo Scudiere spiega perché la Cgil non ha firmato. Il ministro Passera si dice dispiaciuto della mancata intesa unitaria, ma difende il testo che ha contribuito a far firmare alle altre parti sociali. Sonora bocciatura di Vendola e Ferrero. E Sacconi esulta: è il mio articolo 8. Ecco i primi commenti all'indomani dell'accordo separato sulla produttività.

SCUDIERE (CGIL), OCCASIONE PERDUTA.
"È un'occasione perduta dal governo per cercare una soluzione unitaria. L'esecutivo ha confermato le sue scelte sapendo già che noi non le condividevamo. Il testo non contiene provvedimenti che guardano alla crescita e al miglioramento delle condizioni sociali ed economiche del paese". È il commento del segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, intervistato da RadioArticolo1 all'indomani dell'accordo separato sulla produttività. 

"La Cgil ha sempre pensato di seguire la scia dell'accordo del 28 giugno - aggiunge il dirigente sindacale - e in una prima fase sembrava che fosse possibile". Poi, complice "l'intervento a gamba tesa del ministro Passera" sono cambiate le carte in tavola. Nel merito, osserva Scudiere, "l'accordo produrrà un abbassamento dei salari" perché "i minimi contrattuali non sono concertati nel contratto nazionale", mentre noi "vogliamo che il minimo sia uguale per tutti, da Nord al Sud".

Un altro tema che ha determinato il no è quello della rappresentanza. "Le imprese e il governo devono farsene una ragione: noi non accettiamo il fatto che le organizzazioni più rappresentative non possano partecipare alle trattative: è come se in Parlamento chi non condivide una certa posizione non possa partecipare alla discussione". Altro problema, il demansionamento. "Assolutamente non possiamo accettarlo", come pure "i controlli a distanza che potranno essere regolati dalle singole imprese" al contrario di quanto prevede lo Statuto dei lavoratori. Insomma, per la Cgil "la scelta di incentivare i premi di produttività non è la chiave di volta". C'è bisogno di ben altro, "di politiche industriali, della cosiddetta 'produttività di sistema' di cui non c'è traccia nel testo proposto".

PASSERA, MOLTO DISPIACIUTI DAL NO DELLA CGIL. "Siamo molto dispiaciuti della mancata firma della Cgil, si tratta di motivazioni che oggettivamente non tengono". Così il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera. "È un accordo che raccoglie vastissimo consenso fatto per favorire aziende e lavoratori contro la crisi", con l'intesa "vengono meno taluni blocchi del affossato che impedivano la crescita" e si tratta di un passo importante sulla competitività. "Abbiamo cercato di coinvolgere al parte più ampia possibile di lavoratori", ha detto poi il ministro "ed ho cercato di spiegare quanto importante potesse essere questo accordo fino all'ultimo momento alla Cgil". Rispondendo ad una domanda Passera ha sottolineato poi come "l'unità sindacale è un valore sopratutto nei momenti di difficoltà, ma non deve essere tale da porre giudizi di veto che in alcuni casi non sono giustificati".

CLINI, È STATO DATO UN BUON SEGNALE. "È stato dato un buon segnale". Così il ministro dell'ambiente Corrado Clini. "Spero che la Cgil riesca a trovare il modo di aderire. Io sono ottimista. E tutti noi stiamo lavorando per questo".

BONANNI,CUCINIAMO CON L'OLIO CHE ABBIAMO. "Un accordo del genere è conveniente per il lavoratore. Tu cucini con l'olio che hai e purtroppo adesso l'olio che abbiamo per cucinare è davvero in ristrettezza". Cosi' Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, commenta l'accordo ad Agorà, su Rai Tre. "La Camusso vorrebbe detassare la tredicesima?- continua Bonanni- io vorrei la detassazione di tutto il salario di produttività e di quello ordinario, anzi vorrei anche un premio in più, ma costerebbe almeno 8 miliardi di euro e noi non abbiamo un soldo".

SACCONI: IMPOSTAZIONE BERLUSCONIANA, CGIL IDEOLOGICA. L'accordo "per quanto annacquato dall'inseguimento inutile della Cgil, conferma nei fatti l'adesione di tutte le altre organizzazioni all'impiego dell'art. 8 del DL 138/11 per lo sviluppo degli accordi aziendali e interaziendali". Lo sottolinea Maurizio Sacconi. "In gioco - prosegue l'ex ministro del Lavoro - c'è il superamento del modello ideologico delle relazioni industriali centralizzate per privilegiare la naturale collaborazione tra imprenditori e lavoratori nella concretezza delle situazioni locali".

VENDOLA: STO CON LA CGIL. "La Cgil - dice Nichi Vendola - indica come elemento negativo l'ulteriore colpo inferto al contratto nazionale di lavoro. Quando non firma la Cgil non si tratta di uno in meno, ma del soggetto piu' rappresentativo del mondo del lavoro". Il leader di Sel osserva che l'accordo raggiunto "e' un provvedimento preso piu' negli interessi del sistema bancario che del lavoro: le banche hanno un problema di esuberi, ma si scarica sempre ogni elemento di crisi sul mondo del lavoro e non si affronta il problema della retribuzione dei manager". Vendola invita a "fare una riflessione sul tema della produttivita', che e' legata ai mancati investimenti nell'innovazione. L'Italia e' tra gli ultimi paesi Ocse su questo tema. Il dibattito ha teso a colpevolizzare il lavoro. Mentre le nostre imprese, attraverso gli incentivi di Stato, sono state educate a non avere cultura dell'innovazione".

FERRERO, INTESA AGGRAVA LA CRISI. "Questo accordo aggrava la crisi perché permette ai datori di lavoro, che oggi hanno il coltello dalla parte del manico in quanto possono ricattare l'uno o l'altro,come fa Marchionne, di obbligare i lavoratori, azienda per azienda, di accettare condizioni di lavoro peggiori di quelle che avevano prima". A dirlo è Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, commenta l'accordo ad Agorà, su RaiTre.

RENZI: NON GIUDICO CGIL, SE VINCO RIFORMA ICHINO. "Se vinciamo noi, abbiamo la riforma del diritto del lavoro già pronta". Lo ha detto Matteo Renzi, a corriere.it, annunciando di aver pronto nel programma il 'codice Ichino' per la semplificazione del diritto in materia. Sulla produttività, "la Cgil fa bene a fare quello che vuole e mai mi permetterò di giudicare una decisione del sindacato". In generale, poi Renzi, ha precisato che "il rapporto con le sigle sindacali può essere di collaborazione, ma nessuno può scambiare la concertazione per diritto di veto. A un certo punto si decide o si va a casa tutti. La riforma Ichino "è pronta e si fa, senza più tavoli, commissioni, lunghe mediazioni", in caso di vittoria alle elezioni.