Si svolgerà venerdì 1° giugno in Molise lo sciopero generale delle Poste Italiane, indetto da Slc Cgil e Uil Poste. A provocare la protesta sono “una serie di conflitti di lavoro e vertenze aperti più volte, che mai hanno visto una seppur minima risposta da parte dell’azienda”. I sindacati denunciano anzitutto “problematiche interne, che vedono i lavoratori postali applicati negli uffici locali abbandonati a se stessi, vessati e minacciati quotidianamente per una produzione sempre maggiore, atta a portare benefici ai ‘capi’ di turno. Quest’azienda ne paga un paio per ‘schiavizzarne’ cento. Non esistono più regole, non esiste più contratto”.

Slc Cgil e Uil Poste denunciano che “molti direttori degli uffici più grandi, quadri di livello A2 ma anche A1, sono costretti a fare gli sportellisti per mancanza di personale. Gli uffici di livello B lavorano sempre da soli, impediti anche a rispettare le norme di sicurezza”. E rivelano anche che “ci sono varie richieste di demansionamento da parte del personale: un chiaro sintomo di insofferenza alla mancanza di regole e di stress da lavoro correlato. Siamo oramai al limite della sopportazione”.

Altra questione posta dai sindacati è quella relativa a “tantissimi operatori, soprattutto giovani, con contratto part time, che attendono, persino da otto anni, la trasformazione in full time. Eppure l’azienda continua a imporre una marea di straordinari per i turni pomeridiani. Paga gli straordinari che sono non tassati e non trasforma i contratti part time”. In Molise, aggiungono, Poste Italiane “ha, in percentuale, un numero di contratti part time superiori a quanto invece prevede la legge”.

In ultimo, conclude il comunicato, ci sono “fatti gravissimi legati a percorsi di crescita del personale delle filiali, dove non esiste alcuna trasparenza e dove, addirittura, la laurea si trasforma in un boomerang. Una pratica indegna e vergognosa, in auge soprattutto nella filiale di Campobasso, più volte denunciata da Cgil e Uil ma che continua comunque a imperare”.