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Si è concluso con la rielezione di Walter Schiavella il congresso della Camera del lavoro metropolitana di Napoli. Il dirigente sindacale è stato confermato alla guida della struttura al termine dell'Assemblea generale convocata al termine del quinto congresso della Cgil partenopea, che si è svolto presso la stazione marittima. Schiavella, nato a Palestrina il 3 marzo 1959, sposato, due figli, iscritto alla Cgil dal 1982, consegue la maturità classica nel 1978. Fino al 1982 frequenta il corso di laurea in Scienze Politiche presso l’Università La Sapienza senza però completare gli studi. Nel 1982 inizia a lavorare come stagionale del Comune di Palestrina, da cui nel 1983 con concorso pubblico è stato assunto come dipendente. In quello stesso anno si iscrive alla Fp Cgil e nel 1985 è eletto delegato aziendale del Comune di Palestrina. Nel 1987 è eletto segretario della Fp Cgil Pomezia-Castelli-Colleferro con delega agli Enti Locali che esercita fino al 1988 quando viene eletto Segretario Generale della stessa struttura. Nel 1991 diventa segretario generale della Camera del Lavoro di Pomezia – Castelli – Colleferro, incarico ricoperto fino al 1996, quando entra nella segreteria Cgil di Roma e del Lazio con delega alle attività produttive ed alla programmazione economica. Nel 2000 diviene segretario organizzativo della Cgil di Roma e Lazio e poi, nel 2004, segretario generale della Cgil Roma e Lazio. È eletto segretario generale della Fillea Cgil nel settembre del 2008. Dal 2013 al 2015 è vicepresidente del sindacato mondiale degli edili BWI. Ricopre l'incarico di commissario della Camera del lavoro metropolitana di Napoli dal luglio 2016 al maggio 2017, quando il congresso straordinario lo elegge segretario generale.
Prima del voto dell'Assemblea generale ha preso la parola per le conclusioni la segretaria confederale della Cgil Gianna Fracassi: "Il primo tema che abbiamo di fronte – ha detto – riguarda gli strumenti da individuare per provare a riunificare e comporre il lavoro, da quello povero o poverissimo all'altissima specializzazione. Il punto di caduta, in questa fase, è stato sicuramente quello dei diritti. Perché, a partire dalle questioni di natura contrattuale, abbiamo registrato un arretramento. In questi anni - ha affermato la sindacalisti - abbiamo utilizzato due strumenti: da un lato la Carta, che è l'ipotesi di ricomposizione sul lato dei diritti del mondo del lavoro, dall'altro, ma non la abbiamo usata molto, la contrattazione inclusiva, che molti interventi al congresso hanno richiamato. La contrattazione inclusiva è il cuore della confederalità, perché provi a dare una risposta ai bisogni dei lavoratori in contesti complessi, a partire da una dimensione confederale, che non vuol dire confederazione vs categorie, ma l'assunzione da parte delle categorie della dimensione confederale nella definizione degli strumenti contrattuali".
"Un altro tema – ha aggiunto Fracassi – è sicuramente quello dello sviluppo. Occorre avviare una riflessione sui temi del Mezzogiorno, sugli strumenti per poter rimettere in campo un'idea, una visione, un progetto che oggi non riscontriamo nella legge di bilancio. Sostanzialmente si fanno proroghe di strumenti che hanno dimostrato largamente la loro inefficacia". "Allora - ha continuato - che cosa dovrebbe fare una Camera del Lavoro come quella di Napoli? Sicuramente, e qui c'è anche un'idea unitaria in campo, rimettere sul tappeto elaborazioni, idee, progetti, ma anche una vertenza, a partire dalle Zes fino alla gestione dei fondi strutturali, fino al lavoro che si pò fare rispetto alla reindustrializzazione di aree del territorio. Un compagno intervenendo ieri diceva che solo la Cgil può mettere in campo un progetto di lungo periodo. E' vero, ne sono convinta. Anche perchè sia la dimensione nazionale, sia la dimensione regionale che territoriale, scontano un problema e cioè il dover fare i conti purtroppo con progetti di breve respiro legati sempre di più alla dimensione del consenso spicciolo. La legge di bilancio ne è un esempio. Nella dimensione progettuale che prova anche ad andare un po' oltre, la nostra organizzazione ha un ruolo fondamentale e una Camera del Lavoro come questa si deve far carico di un progetto di questa natura, sostenendolo anche con la vertenza, possibilmente unitaria".
"La terza questione che va affrontata - secondo Fracassi - è: che cosa significa oggi essere una Camera del lavoro in un contesto complesso come quello di Napoli. Oltre giustamente al tema del reinsediamento, che è un tema serissimo, anche alla luce delle difficoltà che ci possono essere sul lato economico, il punto vero è come la reinterpretiamo in questa fase in cui abbiamo da un lato disintermediazione, frammentazione e tante volte assenza della politica, e dall'altro, la nascita di movimenti su grandi temi sociali dei diritti, penso al movimento delle donne piuttosto che all'antirazzismo e all'antifascismo". "Io penso - ha concluso Fracassi - che il nostro ruolo, in questa fase molto difficile politica e storica, debba essere quello di provare a costruire le larghe alleanze che ci consentano di determinare, portare avanti, ricostruire un terreno democratico costituzionale".
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