Doveva essere l’estate della paura, dell’attacco a Italia e Spagna e (quindi) all’Euro, dello tsunami contro la fragile realtà dell’Unione. In realtà questo attacco non c’è stato. Come mai? Ne parliamo con Paolo Guerrieri, docente di Economia alla Sapienza e al College of Europe a Bruges, che incontriamo venerdì 14 settembre, in un pomeriggio romano di pioggia e di traffico alle stelle.

“La mossa della Bce ha cambiato le sorti dell’estate. Poi le decisioni del Parlamento e della Corte costituzionale tedeschi – dice Guerrieri – hanno completato la svolta. Così come le novità sulla sorveglianza bancaria. Oggi possiamo ragionevolmente dire che la moneta unica europea è stata messa in maggiore sicurezza, a patto naturalmente che funzionino le condizionalità e possano essere così usati tutti gli strumenti per contrastare eventuali attacchi speculativi. Certo la domanda di fondo (“per fare quale Europa?”) resta sempre lì davanti a noi. E la risposta che ad essa verrà data condizionerà il futuro del continente. Le politiche di sola austerità stanno costruendo un’Europa del ristagno. C’è decisamente bisogno di un cambio di passo.

Rassegna Intanto Draghi ha messo in sicurezza l’euro e il nostro spread è calato vertiginosamente. Ma la Bce i soldi non li regala...

Guerrieri Draghi non ha potuto fare come la Federal reserve, che ha annunciato che acquisterà ogni mese quaranta miliardi di titoli. Ha detto invece che la Bce è pronta ad acquistare senza limiti i titoli dei paesi che ne hanno bisogno, previa però richiesta e accettazione delle condizioni che l’Esm stabilirà per questi acquisti. Quello che già viene chiamato il problema della “condizionalità”. Non è tutto scontato. Il nodo della richiesta va sciolto. Se io sono il mercato e so che la Bce interviene, non ci provo neanche a fare operazioni contro: sicuramente ne uscirei a pezzi. Ma la Bce interviene solo se si firma un accordo con i paesi interessati, Spagna e Italia. Allora dipenderà anche dal tipo di accordi che verranno negoziati.

Rassegna Fino adesso è bastato l’annuncio…

Guerrieri Perché fino adesso è stato dato per scontato che l’intervento della Bce ci sarà. E che potrà avvenire in tempi abbastanza rapidi. Forse non è proprio così. La scorsa settimana anche il presidente di Confindustria si è espresso a favore di questo accordo, dicendo anzi che questo dovrà impegnare anche i governi futuri. Il fatto è che non si potranno riproporre le condizionalità del passato stile Grecia, Irlanda e Portogallo. Erano imperniate sul fatto che questi paesi non avrebbero avuto più accesso al mercato. Per questo tutte le loro emissioni sono state poi finanziate attraverso prestiti dell’Ue e del Fondo salva-Stati e le condizioni imposte loro erano pesanti. Per Spagna e Italia la condizionalità deve funzionare in modo assai diverso. Si tratta di paesi che hanno problemi di liquidità, non di solvibilità. E i mercati devono saperlo, perché questi paesi dovranno continuare a finanziarsi tramite il mercato dei capitali. Allora bisogna fare in modo che la condizionalità non siano così pesanti da affossarli. Oltre tutto se perdessero l’accesso al mercato non ci sarebbero le risorse per “salvarli”, alla stessa maniera della Grecia. Tra Italia e Spagna, da qui al 2014, ci saranno circa 650 miliardi di emissioni di titoli sul mercato primario.

Rassegna Ci sarà dunque una doppia condizionalità, una per Spagna e Italia e una per gli altri paesi che aveva citato prima?

Guerrieri Il Fondo salva stati può fare la differenza. Perché può decidere di usare per Spagna e Italia un tipo diverso di condizionalità, meno dura proprio perché si tratta di paesi che già stanno facendo politiche di rigore. Ma è un passaggio delicato. Basterà questo approccio alla Bce? Basterà ai Parlamenti che, come il Bundestag questa condizionalità dovranno approvarla? Rassegna E che tempi ci vogliono per tutte queste operazioni? Guerrieri Questo è un altro dei problemi. I mercati, se sanno che in un mese o due questi aiuti andranno a buon fine, non si muovono. Ma se durante l’iter il processo incontra difficoltà crescenti allora il bazooka della Bce può essere rimesso in discussione e perdere credibilità.

Rassegna Ma Draghi non avrebbe potuto avocare alla Bce la facoltà di giudicare se aiutare o meno un paese, senza mettere in piedi questo “ambaradam” sulle condizionalità?

Guerrieri C’era il precedente negativo nell’estate dello scorso anno degli aiuti della Bce guidata allora da Trichet a favore di Berlusconi. E soprattutto il governo tedesco e Angela Merkel non avrebbero mai dato il loro nulla osta senza questo aspetto. Draghi ha potuto costruire il consenso all’interno della Bce a dispetto del no della Bundesbank, ma non avrebbe mai potuto farlo a dispetto del governo tedesco. Ancora oggi del resto non si sa come finirà la partita: l’opposizione in Germania a questa decisione è ancora pesante. La condizionalità è stata una conditio sine qua non. Il problema – come ho già detto – è come verrà gestita. Del resto, se ci si pensa bene, quello che viene chiamato Fondo salva-Stati in realtà si chiama (e dovrebbe essere chiamato così da tutti) Meccanismo europeo di stabilità. Gli Stati come Spagna e Italia non vanno “salvati”, ma andrebbero aiutati a “stabilizzarsi”. È una distinzione non da poco. È una frontiera labile quella che separa i problemi di liquidità da quelli di solvibilità di un paese, ed è facile passare da una parte all’altra. Bisogna muoversi con tempismo e con intelligenza.

Rassegna Quello che non è stato fatto con la Grecia, al di là del fatto che i suoi problemi fossero da subito ben più gravi. A proposito di Grecia. Si parla sempre più della possibilità che la Grecia esca dall’euro. È davvero così?

Guerrieri La Grecia di fatto è fallita. Non sarà in grado di tornare su un sentiero di stabilità e crescita per molto tempo. O si accetta il fatto di lasciarla al suo destino, con tutto quello che questo però comporta in termini di rischi di danni drammatici per l’area euro nel suo insieme, il famoso effetto Lehman Brothers 2. Oppure si accetta il fatto che l’Eurogruppo dovrà aiutarla per non so quanti anni e le si dovranno dare degli anni in più per ristrutturarsi e restituire il debito.

Rassegna Samaras ha chiesto un paio d’anni in più ma continuano a dirgli di no...

Guerrieri Ci sono delle aperture, dall’Austria e perfino dalla rigorosa Olanda. E credo che alla fine glieli daranno, anche se probabilmente non saranno sufficienti. Ma nessuno oggi si può permettere un salto nel buio spingendo la Grecia fuori dall’Euro. L’hanno capito benissimo i tedeschi, che si sono fatti due conti: il salvataggio sarà costoso; ma è niente rispetto a quanto costerebbe l’esplosione dell’euro a causa di una uscita della Grecia.

Rassegna Questa condizionalità per accedere all’Esm fa parte di quel “più Europa” di cui parlano i tedeschi?

Guerrieri Fa parte di accordi firmati da tutti anche dal nostro paese; ricordiamoci che per approvare l’Esm è stata modificato il Trattato di Lisbona. Sono regole in cui ci si può ritrovare; quello che conta è il contesto in cui queste procedure verranno applicate. Bene il cordone sanitario di liquidità che con le ultime decisioni è stato steso attorno all’euro. Bene la decisione di considerare l’euro irreversibile. Ancora una volta ci si deve interrogare però su quale Euro e Europa stiamo disegnando.