PHOTO
Poco meno di 715 milioni di ore di cassa integrazione, richieste e autorizzate, registrate nei primi otto mesi dell'anno, di cui oltre la metà fatte di cassa straordinaria. Un monte ore di cig, determinato da una richiesta media per mese che sfiora le 90 milioni di ore e che mira a sfondare per l'ennesima volta il miliardo a fine anno, che relega in cassa a zero ore oltre 515 mila lavoratori da gennaio. Lavoratori che hanno subito un taglio del reddito pari a 2,75 miliardi, ovvero 5.300 euro netti in meno in busta paga per ogni singolo lavoratore. Questi alcuni dati del rapporto dell'Osservatorio Cig della Cgil, frutto di elaborazioni delle rilevazioni sulla cassa condotte dall'Inps.
Secondo il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, “continua inesorabile a gravitare tra le 80 e 90 milioni di ore mese la richiesta di ore di cassa, così come avviene ininterrottamente da gennaio del 2009. La proiezione di questi dati ci dice che anche il 2014 sfonderà la quota di un miliardo di ore di cassa integrazione, richieste e autorizzate, così come accaduto nel 2010 e nei due anni passati, per arrivare a 6 miliardi e mezzo di ore di cig in sette anni di crisi. Un segnale evidente e inequivocabile di una crisi strutturale, come emerge anche dalla crescita esponenziale della cassa straordinaria”.
Per la dirigente sindacale, quindi, “mentre il governo, con una prova di forza, approva la riforma del lavoro, rispettando quella strategia di austerità e di liberismo che solo qualche mese fa additava come il male europeo, il paese precipita in una spirale di crisi, recessione e deflazione. Il lavoro, e non le sue regole, da difendere e creare: questa la linea che il governo deve seguire per offrire al paese una prospettiva, una vera prospettiva di cambiamento positivo. Ed è questo il messaggio che porteremo in piazza a Roma il 25 ottobre. Questa la richiesta che faremo vivere e crescere anche nei prossimi mesi”.
Dati cig gennaio-agosto - Dall’analisi di corso d'Italia si rileva come il totale di ore di cassa integrazione da gennaio ad agosto sia stato pari a 714.647.918 di ore richieste e autorizzate, in flessione sullo stesso periodo dello scorso anno del -8,50%. Nel dettaglio emerge che la cassa integrazione ordinaria (cigo), sempre per i primi otto mesi dell'anno, registri 168.126.200 di ore, per un -29,99% sullo stesso periodo del 2013. La richiesta di ore per la cassa integrazione straordinaria (cigs), sempre per quanto riguarda il periodo gennaio-agosto, totalizza 413.291.293 di ore, pari a oltre il 55% del totale delle ore concesse, per un +24,99% sugli stessi mesi del 2013. Infine la cassa integrazione in deroga (cigd) registra, negli otto mesi trascorsi da inizio 2014, 133.230.425 di ore richieste e autorizzate per un -36,62% su gennaio-agosto dello scorso anno.
Causali di cigs - Continua a crescere il numero di aziende che fanno ricorso ai decreti di cigs. Da gennaio ad agosto sono state 5.200 per un +25,42% sullo stesso periodo del 2013 e riguardano 9.863 unità aziendali territoriali (+32,03%). Nello specifico si registra un aumento dei ricorsi per crisi aziendale (2.499 decreti da inizio anno per un +2,88% sui primi otto mesi del 2013) che rappresentano il 48,06% del totale dei decreti, così come un deciso aumento di ricorsi al concordato preventivo (399 per un +204,58%) e al fallimento (165 per un +43,48%). Crescono le domande di ristrutturazione aziendale (143 per un +3,62%) e di riorganizzazione aziendale (155 per un +6,16%) ma, sottolinea lo studio della Cgil, “gli interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale delle aziende continuano ad essere irrilevanti, pari al 5,73% del totale dei decreti (erano il 6,85% nel 2013). Segnale palese, e sottovalutato, del processo di deindustrializzazione in atto nel paese”.
Regioni - Nelle regioni del nord si registra il ricorso più alto alla cassa integrazione. Dal rapporto della Cgil emerge che al primo posto per ore di cassa integrazione autorizzate nei primi otto mesi dell'anno c'è la Lombardia con 175.543.289 di ore che corrispondono a 126.838 lavoratori (prendendo in considerazione le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il Piemonte con 87.137.615 di ore di cig autorizzate per 62.961 lavoratori e il Veneto con 59.752.809 di ore per 43.174 persone. Nelle regioni del centro primeggia il Lazio con 57.500.698 di ore che coinvolgono 41.547 lavoratori. Mentre per il Mezzogiorno è la Campania la regione dove si segna il maggiore ricorso alla cig con 45.605.822 di ore per 32.952 lavoratori.
Settori - La meccanica è ancora il settore dove si è totalizzato il ricorso più alto allo strumento della cassa integrazione. Secondo il rapporto della Cgil, infatti, sul totale delle ore registrate nel periodo gennaio-agosto, la meccanica pesa per 252.737.732, coinvolgendo 182.614 lavoratori (prendendo come riferimento le posizioni di lavoro a zero ore). Segue il settore del commercio con 95.197.905 ore di cig autorizzate per 68.785 lavoratori coinvolti e l'edilizia con 83.729.102 di ore e 60.498 persone.
Occupazione e lavoratori in cig - Considerando un ricorso medio alla cig, pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (17 settimane da inizio anno), sono coinvolti nel periodo gennaio-agosto 1.032.728 lavoratori in cigo, cigs e in cigd. Se invece si considerano i lavoratori equivalenti a zero ore, pari a 35 settimane lavorative, si determina sullo stesso periodo un’assenza completa dall’attività produttiva per 516.364 lavoratori, di cui oltre 290 mila in cigs e 100 mila in cigd. Continua così a calare il reddito per migliaia di cassintegrati: dai calcoli dell’Osservatorio della Cgil si rileva come i lavoratori parzialmente tutelati dalla cig abbiano perso nel loro reddito, a partire da inizio anno, 2 miliardi e 740 milioni di euro al netto delle tasse, pari a 5.307 euro in meno in busta paga per ogni singolo lavoratore in cassa a zero ore. “A fronte di ciò i tagli intervenuti sulla deroga e le ipotesi di riduzione della cassa ordinaria e straordinaria contenute nel Jobs Act aggravano la gestione della crisi e il disagio sociale. Il 25 ottobre sarà l'occasione per rilanciare una vera proposta di riforma universale degli ammortizzatori e un piano di investimenti per creare lavoro”, conclude Sorrentino.