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Il parere dell'Avvocatura dello Stato sulla correttezza della gara per l'Ilva è in procinto di arrivare. Secondo indiscrezioni riportare dal Sole 24-Ore, infatti, il verdetto sarebbe già sulla scrivania del ministro dello Sviluppo Di Maio e sarebbe anche positivo. La sensazione, infatti, è che l'Avvocatura non ritenga ci siano i presupposti per annullare la gara di aggiudicazione. Intanto si avvicina a grandi falcate il 15 settembre, data di scadenza della validità del contratto di aggiudicazione.
ArcelorMittal (azionista di maggioranza di Am Investco Italy), la cordata aggiudicataria, resta in ogni caso in attesa di una comunicazione da parte del ministero. Di Maio aveva indicato come giorni idonei per conoscere il parere “quelli intorno a Ferragosto”. Cresce quindi l'attesa per sapere quali decisioni intende assumere il ministro per agevolare una rapida risoluzione della vertenza. La proposta occupazionale giudicata insoddisfacente dal sindacato e dallo stesso ministero va in ogni caso migliorata, ma la durata della validità del contratto di aggiudicazione è ormai agli sgoccioli, in parallelo con l'esaurimento della cassa a disposizione della procedura commissariale per la gestione ordinaria dell'azienda.
Il confronto, che va avanti da più di un anno, non ha finora avvicinato le parti. Am è disposta ad assumere da subito circa 10 mila persone, mentre i sindacati chiedono garanzie per tutti i 14 mila dipendenti. Si discute poi di incentivi all'esodo: per questo sono previste risorse per circa 200 milioni di euro, con l'obiettivo di accompagnare all'uscita almeno 4 mila persone.
Anche il sindacato resta in attesa di una comunicazione ma, a detta della Fiom, la decisione dell’Avvocatura non cambierà le sue posizioni. "Noi non dobbiamo dire più nulla. Nella trattativa con ArcelorMittal ci siamo spinti fino a dove potevamo e dovevamo: ora tocca al governo chiedere all'acquirente di modificare posizione. E lo deve fare presto, perché il 15 settembre si avvicina sempre di più", afferma oggi, 22 agosto, Francesca Re David, segretario generale della Fiom Cgil, in un'intervista al quotidiano la Repubblica.
"Positivo o negativo che sia il parere dell'Avvocatura dello Stato - prosegue - quel verdetto dal nostro punto di vista non cambia la situazione. Non scegliamo noi l'interlocutore industriale, non tifiamo per questo o per quell'altro, ma solo per il mantenimento della siderurgia come asset strategico del Paese. E questo significa che il 15 settembre, quando scadrà la proroga del commissariamento o ci sarà un proprietario dell'Ilva o lo Stato dovrà fare in modo che la fabbrica non si fermi. Per la Fiom "è irrinunciabile anche la continuità dei diritti e delle regole contrattuali, oltre che naturalmente quella dei salari. Si tratta di mantenere per tutti i lavoratori dell'Ilva le condizioni ante-Jobs Act, articolo 18 compreso".