“Quanto sta accadendo in queste ore relativamente al destino di Gruppo Novelli – Nuova Panem ha dell’incredibile”. A dirlo sono Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, ricordando che “dopo quattro anni di concordato preventivo e gravosi sacrifici fatti dai lavoratori e dalle lavoratrici al fine di salvaguardare l’occupazione e il destino dell’azienda, lo scorso venerdì 18 novembre, presso il ministero dello Sviluppo economico, sindacati e rappresentanze sono state informate di un’offerta depositata per l’acquisto dell’intero Gruppo”. Un’offerta che potrebbe ridare “prospettiva e futuro a un’azienda che nella passata gestione (famiglia Novelli) aveva accumulato circa 120 milioni di debiti e nel 2012 era prossima al fallimento”.

L’offerta è stata definita “solida” dai funzionari ministeriali dal punto di vista sia industriale che finanziario. “Sembrava mancasse solo la definizione di qualche dettaglio procedurale per apporre le firme per la cessione delle quote in sede notarile e ripartire con un nuovo progetto industriale volto allo sviluppo produttivo e all’occupazione” spiegano i sindacati: “Nonostante ciò in queste ore siamo stati informati dai funzionari del ministero che alcuni soci della famiglia Novelli hanno ritrattato la disponibilità a cedere le proprie quote, mentre altri sono indisponibili a cedere una quota di minoranza (circa 1,5 per cento) senza però esercitare il diritto di prelazione previsto dalle norme”.

I sindacati rimarcano come sia “inaccettabile” che gli stessi “che hanno prodotto milioni e milioni di debiti oggi tengano ancora in ostaggio il destino di centinaia di lavoratori e lavoratrici, avanzando perfino pretese per dare luogo alla cessione dell’azienda che loro stessi hanno portato nel baratro”. E chiedono al prefetto di Terni e alle istituzioni competenti “di monitorare questa fase delicata per scongiurare il fallimento definitivo del Gruppo che potrebbe avvenire da qui a pochi giorni se non subentrano un nuovo progetto industriale, nuova liquidità e investimenti. Per evitare il fallimento in questi mesi i lavoratori non hanno percepito parte consistente del loro stipendio e da tempo aspettano ancora arretrati e crediti maturati”.