Sfogliando le pagine di questo volume dell’Ediesse, dal titolo “Gli anni sessanta. La Cgil, la costruzione della democrazia”, si ha subito la consapevolezza di avere tra le mani un libro veramente prezioso, non soltanto per i suoi contenuti, data la qualità del progetto grafico e di impaginazione. Un lavoro di indubbio valore curato da Ilaria Romeo, responsabile dell’Archivio storico della Cgil nazionale, che per l’occasione ha unito le forze di due altri archivi, della Flai e dello Spi, per ricostruire attraverso immagini e una documentazione in parte anche inedita un decennio fondamentale nella storia del nostro Paese.

Suddiviso in quattro sezioni, nella prima il focus viene concentrato sui “dieci giorni che hanno cambiato il paese”, quando tra il 30 giugno e l’8 di luglio del 1960 l’Italia venne sconvolta da una serie di tumulti repressi dalle forze dell’ordine, lasciando scorrere il sangue di vittime appartenenti al mondo operaio e sindacale, allor quando l’insediamento del governo Tambroni, ottenuto con i voti del Msi, provocò numerose manifestazioni di piazza a partire dalla città di Genova, riluttante nell’ospitare il programmato congresso del partito neofascista. Qui il supporto fotografico ci regala tra gli altri un intenso sguardo di Sandro Pertini, ritratto durante il suo celebre comizio del 28 giugno di quell’anno nel capoluogo ligure, mentre le note didascaliche riannodano i fili dei tragici momenti vissuti in tutto il Paese, da Reggio Emilia a Licata.

Il secondo capitolo si sofferma invece sugli anni di battaglie per la riforma previdenziale: a colpire, in particolare, sono le parole di alcuni cartelli portati in alto dai partecipanti alle mobilitazioni (parole ancora oggi di intensa attualità), i cui volti raccontano un popolo intriso di speranza e dignità, pronto a incontrare la protesta giovanile esplosa nel 1968, e che l’anno successivo vide finalmente varata la legge numero 153, passata alla storia come legge Brandolini, contenente innovazioni determinanti in tema di nuovo sistema pensionistico.

In questo affascinante viaggio, che inevitabilmente diviene anche una riflessione sul ruolo avuto dalla Cgil nella citata costruzione della democrazia italiana, non poteva mancare il mondo delle donne, nel quale è ancora la parola dignità a essere chiamata in causa, in rima con quella  libertà più in generale legata al grande tema dei diritti: divieto di licenziamento causa matrimonio, legge sulla maternità e parità salariale, saranno le lotte al femminile che caratterizzeranno questo periodo.

In ultimo (prima di un’appendice che riporta per intero il discorso di Pertini a Genova, oltre a uno scritto di Pier Paolo Pasolini sui fatti di Reggio Emilia) le poche luci e le tante ombre di quel fine decennio. Perché gli anni sessanta, è bene ricordarlo, terminarono nel peggior modo possibile, con la strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969, vale a dire l’inizio di quella “strategia della tensione” che ancora oggi non ha fornito tutte le verità rincorse nel tempo a venire. Simbolicamente, sarà il 14 maggio 1970, con l’approvazione definitiva dello Statuto dei lavoratori, a chiudere definitivamente una stagione che fu anche di conquiste, e dalla quale scaturiranno nuove energie, gran parte dello sviluppo sociale e politico dei nostri giorni.

Una pubblicazione ricchissima e articolata, dunque, che ci aiuta a comprendere meglio la nostra storia democratica nel suo intersecarsi tra passato, presente e futuro, come variamente ribadito nelle prefazioni di Susanna Camusso, Carla Cantone e Stefania Crogi, e dalla bella presentazione di Fabrizio Loreto. Terminato di sfogliare questo libro, ci si accorge della tanta strada compiuta dalla Cgil, e di quanta ancora ne resta.