La corruzione rappresenta un vero e proprio 'macigno' per la crescita economica dell'Italia, dimezzandone il Pil. Se il nostro Paese si collocasse, infatti, tra i meno corrotti, il tasso di crescita economica sarebbe oltre il triplo a breve termine e circa il doppio a lungo termine (1970-2000). Inoltre, ogni punto di discesa nella classifica di  percezione della corruzione provoca la perdita del 16% degli investimenti dall`estero. E l'Italia, in questa  'speciale' classifica è già scivolata al 69mo posto, a pari merito con il Ghana e la Macedonia. A lanciare l'allarme  è il rapporto sulla Corruzione in Italia elaborato dalla Commissione per lo studio e l'elaborazione di misure per la prevenzione della corruzione.

Se nel breve periodo, la corruzione, "può essere funzionale ad assicurare il superamento di sacche di  inefficienza dell`apparato pubblico e la sopravvivenza di meccanismi e sistemi di impresa tecnologicamente non avanzati", nel lungo periodo "si stabilisce una relazione inversamente proporzionale tra diffusione della corruzione e crescita economica", ha avvertito la Commissione. La corruzione, poi, frena il progresso tecnologico delle imprese, "incentivate ad investire nel mercato della tangente anziché in quello dell`innovazione e della ricerca".

Secondo un recente studio della Banca Mondiale, citato nel Rapporto, le "imprese costrette a fronteggiare una pubblica amministrazione corrotta e che devono pagare tangenti crescono in media quasi del 25% di meno di imprese che non fronteggiano tale problema". Ad essere più fortemente colpite sono le piccole e medie imprese  e le imprese più giovani: le piccole imprese hanno un tasso di crescita delle vendite di più del 40% inferiore  rispetto a quelle grandi.
221514 ott 12