Il presidente americano, Barack Obama, deve riprendere in considerazione la promessa di chiudere Guantanamo, promessa già fatta ma rimasta inevasa nel suo primo mandato. E' l'appello che arriva oggi (8 gennaio) da Amnesty International, alla vigilia dell'undicesimo anniversario del primo detenuto trasferito a Guntanamo Bay.

Nel 2009 - ricorda l'organizzazione umanitaria - Obama aveva annunciato l'intenzione di chiudere il centro di detenzione, impegnandosi a rilasciare i detenuti o a sottoporli a processi equi. Oggi nel carcere ci sono ancora 166 detenuti, scrive Amnesty in un comunicato.

In tutto, dal 2002 il centro di detenzione ne ha ospitati 779, la maggior parte dei quali vi ha trascorso diversi anni senza accusa né processo. Sette detenuti sono stati condannati dalle commissioni militari, cinque dei quali a seguito di accordi precedenti il processo, sulla base dei quali hanno ammesso la colpevolezza in cambio della possibilità di essere rilasciati. Sei detenuti sono attualmente sotto processo e rischiano di essere condannati a morte. Due di loro hanno denunciato di aver subito torture.

"La pretesa degli Usa di essere paladini dei diritti umani non è compatibile con l'apertura di Guantanamo, le commissioni militari, l'assenza di assunzione di responsabilità e la mancanza di rimedi per le violazioni dei diritti umani commesse da funzionari statunitensi, tra cui la tortura e le sparizioni forzate, che costituiscono crimini di diritto internazionale". Lo ha affermato Rob Freer, ricercatore di Amnesty International sugli Usa, a margine dell'appello.