“Flat tax e voucher violano la Costituzione”. Un giudizio netto, quello del segretario generale Cgil Maurizio Landini, comparso oggi (venerdì 12 maggio) sul quotidiano La Stampa: “Quando il governo parla di flat tax è contro la Costituzione perché nega la progressività. Quando riduce il finanziamento alla sanità pubblica che dovrebbe essere un diritto garantito, va contro la Costituzione”.

Una Carta che viene violata anche “con la diffusione dei voucher e la deregolamentazione dei contratti a termine, che vanno contro l'articolo 1 della Costituzione. Questo è quello che stanno facendo, questo è ciò che dobbiamo impedire. Il mondo del lavoro ci chiede di non fermarci”.

La mobilitazione

“La risposta alla mobilitazione è stata fortissima”, osserva Landini: “Le piazze si sono riempite di lavoratori, di pensionati e di giovani. Si è sentita in modo esplicito la denuncia del malessere che aumenta. Perché crescono la precarietà e il lavoro povero, ma non è solo questo”.

Il segretario generale sottolinea la scelta “di preparare le condizioni per una mobilitazione che duri nel tempo e porti a casa risultati. Vogliamo discutere della piattaforma unitaria in tutti i luoghi di lavoro. È il modo giusto per rendere evidente che non c'è consenso per quello che fa il governo. Tutti i segnali annunciano che a Milano la partecipazione sarà importante, ancora meglio di Bologna”.

Riguardo l’eventualità di uno sciopero generale, Landini spiega che “entro l'estate si devono approvare la delega fiscale e la conversione del ‘decreto lavoro’, mentre a settembre si definirà la legge di bilancio. È qui che si gioca la partita del futuro”.

Gli scioperi, conclude, bisogna costruirli “perché devono contribuire a un cambiamento reale. Un'unica iniziativa non può, da sola, condurre al cambiamento. Prima si riempiono le piazze, e si fa vedere che c'è un Paese che chiede discontinuità. Bisogna costruire un largo consenso, stiamo lavorando per questo”.

La piattaforma unitaria

“Ora c'è una piattaforma sindacale unitaria che chiede cose precise”, illustra Landini: “Una riforma fiscale vera, un aumento strutturale dei salari, la riduzione della precarietà, la fine della flat tax, gli investimenti nella sanità, il diritto allo studio, la riforma delle pensioni”.

Il segretario generale evidenzia che “oggi viene messo in discussione anche il diritto allo studio, c'è un disagio abitativo che inizia fra gli studenti e diviene una condizione più generalizzata in assenza di un piano edilizio che riguardi tutti. Non è garantito il diritto alla casa, quando si poteva cominciare col rendere disponibili le strutture pubbliche dismesse”.

Il rapporto con il governo

“Questo governo discute di riforma fiscale senza dialogare con chi paga le tasse. Parla di lavoro senza i lavoratori”, riscontra il leader sindacale: “C'è il rinnovo dei contratti, ma blocca la contrattazione e non riconosce la rappresentanza sociale. In democrazia non è che perché hai vinto le elezioni puoi fare quello che vuoi. Assistiamo a un superamento della mediazione sociale e al non riconoscimento del ruolo sociale delle rappresentanze sindacali”.

Fisco

Sollecitato sulla tassazione decisa dal Governo Meloni degli extraprofitti delle banche, Landini nota che “per ora l’esecutivo ha ridotto l'intervento di Draghi che puntava a prelevare 11 miliardi di euro da redistribuire in favore dei più deboli e lo ha portato a 2,5. Noi chiediamo da sei mesi un contributo di solidarietà straordinario su tutti i profitti. Non s'è visto”. Il governo, invece, ha “fatto cassa con i poveri tagliando il reddito di cittadinanza e la rivalutazione delle pensioni. Non contrasta l'evasione fiscale e concede nuovi condoni”.

Ma gli extraprofitti non li fanno solo le banche. “L'inflazione supera il 12% con evidenti fenomeni di speculazione”, prosegue nell’intervista: “Registriamo un'accresciuta povertà energetica, abitativa, educativa, precarietà senza precedenti. Il lavoratore dipendente paga il 40%, il reddito da finanza il 20, l'autonomo il 15. Siamo il Paese delle diseguaglianze galoppanti”.

Riguardo il taglio del cuneo fiscale, che scade tra sei mesi, Landini afferma che “si può solo far finta di non vedere che si tratta di una ‘una tantum’. Per noi deve essere strutturale e non può essere l'unica misura. Oltretutto, se riduci il cuneo, aumenta il reddito imponibile e i contributi di conseguenza. Abbiamo chiesto il fiscal drag. Ma anche qui, niente”.

Salari, precarietà, occupazione

“Bisogna aumentare i salari, ma il governo non ha messo un euro per rinnovare i contratti pubblici”, mette in evidenza Landini: “Non si preoccupa di milioni di lavoratori che hanno i contratti scaduti da anni. Hanno facilitato il subappalto in un Paese dove si continua a morire di lavoro. Si liberalizza ancora di più e non s’interviene per garantire occupazione stabile”.

Il segretario generale Cgil, in conclusione, osserva che “abbiamo tre milioni di lavoratori con contratto a termine e altri tre con il part-time involontario. Senza contare le altre forme di precarietà di cui chiediamo il superamento. Parliamo di milioni di uomini e donne che, pur lavorando, sono poveri. Ma loro hanno esteso i voucher, e ripristinato il Jobs Act con le sue misure peggiori. Non va bene. E Meloni lo sa”.