È il giorno dello sciopero dei lavoratori Mediaworld di Grosseto.Gli addetti ribadiscono la loro contrarietà alla chiusura dei negozi, dicono no ai licenziamenti mascherati da trasferimenti, chiedono investimenti per rilanciare i punti vendita. Oggi (29 marzo) si terrà la manifestazione regionale, organizzata da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Toscana, con sciopero e presidio davanti al negozio di Grosseto. La protesta inizia alle 10 presso il centro commerciale Aurelia Antica, nella città toscana.

L'attività di Grossetto conta 25 dipendenti. Mancano pochi giorni al 31 marzo, ovvero il giorno prescelto per la dismissione. "Chiusura decisa unilateralmente dall’azienda - affermano i sindacati -, che ha poi inviato le lettere di trasferimento ai lavoratori a Parma e Reggio Emilia costringendoli, di fatto, a perdere il posto di lavoro, operando licenziamenti mascherati da trasferimenti".

I lavoratori e i sindacati "saranno davanti al punto di vendita di Grosseto da tutta la Toscana per sostenere le lavoratrici e i lavoratori e per protestare contro Mediamarket, che si è arricchita e si è sviluppata nel nostro Paese e in Toscana e che adesso non vuole assumersi la responsabilità etica e sociale verso i propri lavoratori, concordando con il sindacato vere misure di salvaguardia occupazionale".

PIACENZA: SCIOPERO SENZA PREAVVISO

Proprio ieri, 28 marzo, i lavoratori di Piacenza hanno annunciato una protesta "articolata e improvvisa", come spiega Elisa Barbieri della Filcams Cgil cittadina. A fronte “dell'inaccettabile comportamento dell'azienda - ha spiegato il sindacato – i sindacati nazionali del comparto per protestare contro la decisione unilaterale di trasferimenti e chiusure hanno annunciato l'astensione dal lavoro per l'intero turno (otto ore) in prossimità delle festività Pasquali”.

In prossimità delle festività, dunque, i 35 dipendenti di Piacenza scenderanno in sciopero, senza preavviso. "Da tre anni l'azienda dice di voler unificare la rete vendita e l’online attraverso la 'omnicanalità', ma finora abbiamo assistito solo alla confusione organizzativa e al peggioramento delle condizioni di lavoro e, conseguentemente, al peggioramento del servizio. Il conto degli errori fatti viene impropriamente presentato ai lavoratori”. Sono oltre 350 i lavoratori in Emilia Romagna, divisi in dieci punti vendita che si trovano in diverse province.

UNA LUNGA VERTENZA

Sono gli ultimi passi di una lunga vertenza che, finora, non accenna a trovare soluzione. Chiusure di punti vendita, trasferimenti forzati a 40 chilometri di distanza, annullamento del bonus presenza e della maggioranza economica prevista per il lavoro domenicale. In più, la dichiarazione di 150 esuberi e l’imminente scadenza dei contratti di solidarietà. Sono questi i motivi della forte preoccupazione per i 5 mila dipendenti della società di distribuzione di elettronica di consumo Mediamarket, che sta sul mercato con le insegne Mediaworld, Saturn e Media World Compra On Line.

Da tempo, i sindacati di categoria denunciano l'incapacità aziendale di rilanciarsi sul mercato a causa di un “sistema informatico vetusto; il layout degli accessori per la telefonia, unico segmento di prodotto con margini alti, vecchio e confusionario; politiche dei prezzi on-line non abbastanza competitive”. Nella nota che lanciava gli scioperi di marzo, Filcams, Fisascat e UIltucs ricordano di aver sollecitato numerose volte la definizione di “un contratto integrativo più ampio, che fosse in grado di migliorare le condizioni di lavoro, in virtù dei peggioramenti dovuti alla riduzione degli organici e alla totale liberalizzazione degli orari”, ma anche “sul riconoscimento della corretta professionalità degli addetti in virtù dei cambiamenti in atto e la dovuta formazione di supporto”.

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