Il fenomeno del caporalato in provincia di Grosseto, soprattutto nel comparto vitivinicolo, ha raggiunto livelli insostenibili. A dirlo è il segretario generale Claudio Renzetti, sottolineando che “non ha più senso parlare di Toscana felix. A partire dalla Maremma si è irradiata un’organizzazione illegale che rifornisce di manodopera al nero migliaia di aziende vitivinicole del grossetano e del senese. Un fenomeno che ha come corollario quella che temiamo essere una truffa ai danni dell’Inps”. Per la Cgil, secondo quanto riporta il sito d’informazione ilgiunco.net, solo in provincia “ci sono intorno alle 1.500 persone che lavorano grazie a un sistema paraschiavistico gestito da caporali e basato sullo sfruttamento della manodopera, l’evasione contributiva e retributiva. Un sistema che è stato sottovalutato, che sottrae ricchezza al territorio e conta su connivenze a diversi livelli”.