Alessandro Bergonzoni chiama tutti alla marcia di domenica 15 giugno a Marzabotto per lo stop al massacro dei civili nella Striscia: “Bisogna che indossiamo e abitiamo le vite dei gazawi”
Il segretario generale della Cgil ricorda il contributo del movimento operaio e dei lavoratori per sconfiggere il nazifascismo a partire dagli scioperi del 1944
La prima cittadina il 25 aprile aveva dichiarato che sul palco delle celebrazioni per la Festa della Liberazione non c'era spazio per chi non fosse dichiaratamente antifascista
La scintilla della rivolta si accende nella fabbrica tessile dei Marzotto. Sono i partigiani di un tempo e i loro figli operai a protestare. Donne e uomini che il 19 aprile 1968 vengono assaliti dalla celere mentre protestano contro i licenziamenti. Le cariche sono violentissime. Loro reagiscono e rovesciano la statua del padrone. Quarantasette operai vengono arrestati, il Consiglio comunale si dimette in segno di solidarietà. Nello stabilimento inizia una lunga occupazione
Dopo l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema del 12 agosto 1944, inizia quella che viene ricordata come la marcia della morte, una scia di sangue e violenza che, attraversando Versilia e Lunigiana giungerà al bolognese e alle pendici del Monte Sole. Solo più di sessant'anni dopo, il 13 gennaio 2007 il Tribunale Militare di La Spezia arriverà la condanna all'ergastolo per dieci imputati ritenuti colpevoli di violenza pluriaggravata e continuata con omicidio
Tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 solo nella valle tra il Reno e il Setta, i soldati tedeschi con la complicità dei fascisti italiani massacrano circa 800 persone (la cifra più accreditata è quella di 770 vittime, di cui 217 bambini, 392 donne e 132 anziani)
Durò una settimana e fu uno degli attacchi più mortali sferrati contro la popolazione italiana da parte delle SS. Donne, bambini, anziani: la furia fu cieca e senza pietà