Sulle prime pagine
Il summit Cop26 di Glasgow e le conclusioni del G20 a Roma sono i temi più in evidenza sulle prime pagine dei quotidiani principali. I titoli chiariscono le diverse interpretazioni di quello che sta succedendo e della portata reale del confronto tra i grandi della Terra. “La spinta di Draghi sul clima” è il titolo di apertura del Corriere della Sera. “Lo strappo indiano sul clima” è invece il titolo di apertura de La Stampa, mentre Repubblica mette in evidenza la protesta dei giovani e degli ambientalisti: “I Grandi siamo noi”, con una bel primo piano di Greta Thunberg in piazza tra i suoi coetani. “Questo è tradimento”, dicono i giovani in risposta alle dichiarazioni dei capi di Stato. Il secondo titolo di Repubblica è dedicato all’India: “L’India sfida il mondo, emissioni zero nel 2070”. Ancora più critico il manifesto che pubblica in copertina la foto della protesta degli ambientalisti a Glasgow, una banda di musicisti mascherati da capi di Stato. Titolo: “Bla26”. Il sommario riassume: “A Glasgow apre il summit mondiale sul clima. Dopo le belle parole di Draghi sul presunto accordo al G20 di Roma, capi di stato e di governo sfilano in ordine sparso. Il padrone di casa Johnson parla come Greta. Il forfait di Cina e Russia. Il capo dell'Onu Guterres avverte: Ci stiamo scavando la fossa con le nostre mani. Rivolta dei paesi poveri”. Sempre sul manifesto l'editoriale di Tommaso Di Francesco, molto critico nei confronti di Mario Draghi. Anche molto critica a proposito di summit mondiali la prima pagina del Fatto Quotidiano che mette in evidenza una contraddizione nei comportamenti dei capi di Stato: “Per salvare il clima volano su 400 jet”. 

Interviste e commenti sulla sfida del clima
Sul Corriere della Sera l’editoriale è affidato a Federico Rampini che parla della “sedia vuota della Cina”. Per Sabino Cassese invece il bilancio del vertice del G20 che si è concluso a Roma è positivo: “Il dialogo serve ancora”. Su Repubblica Francesco Guerrera commenta le dichiarazioni del primo ministro indiano, Narendra Modi: “Uno schiaffo e un grido di libertà”, mentre Stefano Mancuso che fornisce una versione ottimista di quello che è successo a Roma: “Non avrei scommesso un centesimo sulla possibilità che il G20 prendesse delle decisioni in grado di incidere significativamente sul futuro del clima del pianeta. Con gioia devo ammettere di aver avuto torto perché si è messa nero su bianco una soluzione fondamentale che darà risultati importanti nella lotta contro il riscaldamento globale: piantare mille alberi entro il 2030. Su La Stampa da segnalare due commenti. Quello di Stefano Stefanini, “Equilibri fragili e grandi parole” e quello di Linda Laura Sabbadini, “Donne un punto per l’uguaglianza”. Molto più prudente rispetto all’ottimismo di Stefano Mancuso quello di Riccardo Valentini intervistato sul Messaggero da Francesco Malfetano: Riccardo Valentini, presidente della Società italiana di scienze del clima (Sisc), professore dell'università della Tuscia e vincitore del Nobel per la Pace nel 2007 con lo staff di Al Gore, non vorrebbe “passare come bacchettone” rispetto ai traguardi raggiunti nel vertice di Roma appena concluso. Ma “è tutto un po' vago. I leader mondiali hanno consegnato ai tecnici e agli sherpa che si porteranno avanti le negoziazioni alla Cop26 di Glasgow input generici. È mancato lo spirito di Parigi del 2015”. Professore, dei passi avanti sul clima al G20 capitolino ci sono stati. I finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo ad esempio. Oppure la promessa di piantare 1000 miliardi di alberi entro il 2030. Certo sono mancati gli accordi con Cina e India, ma sono state irremovibili sulla neutralità carbonica “Partiamo dagli alberi. Se facciamo due conti per rispettare l'obiettivo bisogna piantarne diverse centinaia di milioni al giorno. Non so se è davvero un target realistico. L'idea è giusta però. La carbon neutrality oggi la si può ottenere solo attraverso un aumento della cattura della CO2”..Un’altra voce fuori dal coro è quella dello scrittore americano Nathan Englander che parla sul Messaggero in una intervista a cura di Antonio Monda (p.9): “Si stanno fondendo crisi pandemica e crisi climatica”. “L’accordo al G20 – dice Englander – mi sembra un compromesso a ribasso, ma temevo anche peggio”. La politica è spesso l’arte del compromesso e quindi finisce per deludere gli idealisti. Ma quello che forse è più grave è una tendenza sociale: “Si è perso il concetto di sacrificio: la vita è fatta di scelte che richiedono rispetto per gli altri”. Interessante l’iniziativa giornalistica de La Stampa che intervista On Hongyi, attivista ambientalista cinese: “La crisi climatica è globale, inutile cercare colpevoli, serve una nuova economia”. “I nuovi colonialisti sfruttano acqua, aria, retta e persone. Dobbiamo riflettere sui costi dei nostri privilegi” (intervista a cura di Monica Perosino a pagina 8). Su Milano Finanza parla  Edo Ronchi, ex ministro all’Ambiente: “G20 Roma, mancano gli impegni”. Per il presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile sarà decisiva la decisione della Cina. La proposta di una border tax per restare entro il limite di 1,5 gradi di riscaldamento globale (Milano Finanza, p.4). Sul Mattino (a pagina 3) parla un altro ambientalista della prima ora, Chicco Testa, oggi presidente di Assoambiente: “Se si ferma ora il carbone ci sarà una rivolta sociale”: quattro quindi dell’umanità chiedono energia per crescere. India e Nigeria non lasceranno mai il fossile…Molto negativo il giudizio sul G20 quello di Lucio Caracciolo, direttore di Limes, intervistato da Umberto De Giovannangeli sul Riformista (a pagina 6): “Il Summit è stato una commedia dell’assurdo”. “Il 2050 è un tempo biblico. Al G20 si è parlato di governance ma senza Russia e Cina. Multilateralismo? Il termine usato dalle piccole potenze per far sapere che esistono anche loro”. Sul Corriere della Sera l’intervento e le proposte del segretario dell’Onu, Antonio Guterres: “Ecco come possiamo salvare il pianeta” . Tassare l’inquinamento invece delle persone e investire nella finanza climatica. 

Intanto in Italia

Aprire subito la trattativa sulle pensioni
In vista dell’avvio della discussione al Senato sulla manovra per il prossimo anno e della netta presa di posizione di Cgil, Cisl, Uil su Quota 102 si torna a parlare di pensioni. Oggi sul Corriere della Sera scrive Enrico Marro (p. 32): “Pensioni, per i giovani un assegno di garanzia. Opzione donna invariata”. Marro riprende le proposte dei sindacati confederali che chiedono l’introduzione di una pensione contributiva per i giovani e di modificare le regole per l’accesso all’Ape sociale e ad Opzione donna che in realtà non è stata scelta come soluzione perché – secondo i calcoli della Cgil – penalizza le lavoratrici con un taglio del 25-30% dell’assegno previdenziale. Su Repubblica Valentina Conte riprende la dichiarazione di Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil con delega alla previdenza: “Non si pub rinviare il confronto sulle pensioni col governo al prossimo anno Cominciamo subito a discutere di flessibilità, di giovani, di donne, di disoccupati, di lavori gravosi. Rinviare al 2022 sarebbe una beffa inaccettabile perché la legge Fornero non è andata in soffitta come dice la Lega”. Molto spazio alla Cgil anche sul manifesto e l’Avvenire. Sul manifesto scrive Massimo Franchi (p.6): “Ieri la Cgil è tornata all'attacco chiedendo di anticipare ‘il dialogo’ promesso da Draghi già al periodo della discussione in parlamento. Nei tempi dell'iter - almeno un mese - si può lavorate ad «una possibile soluzione incentrata sulla flessibilità in uscita e sull'attenzione a giovani, donne, disoccupati e lavori gravosi”. Il rinvio al prossimo anno “sarebbe una beffa inaccettabile - dichiara il segretario confederale Roberto Ghiselli - , ragione in più per intensificare la mobilitazione sindacale che abbiamo già deciso. E inaccettabile - prosegue - che si distorca così tanto la realtà sino a sostenere, come attribuito all'onorevole Durigon, che "la Fornero l'abbiamo messa in soffitta" o come sostenuto dal ministro del lavoro nell'ultimo incontro con i sindacati che con l'estensione dell'Ape sociale a nuove categorie di gravosi, fra l'altro per un solo anno, con poche risorse e senza includere i Precoci, sarebbe il superamento della legge Fornero. Purtroppo quella norma - avverte Ghiselli - invece è rimasta tale e quale e la delicatezza del tema trattato, che riguarda i progetti di vita delle persone, imporrebbe un maggior rigore intellettuale. Se nella prospettiva di un sistema contributivo si volesse veramente lavo- rare per un diverso sistema previdenziale c'è solo un modo per farlo: dopo aver perso tempo prezioso, si avvii al più presto il confronto con le organizzazioni sindacali”. 

Le iniziative: il primato negativo dell’Italia sui salari
Importante convegno sul raffronto delle dinamiche salariali in Italia con il resto dell’Europa. La Cgil nazionale insieme alla Fondazione Di Vittorio promuovono per oggi un convegno dal titolo: “Salari e occupazione in Italia” che sarà trasmesso in diretta su Collettiva.it a partire dalle ore 10. L’iniziativa sarà l’occasione per presentare il Rapporto curato dal ricercatore della FDV Nicolò Giangrande: un confronto tra i livelli salariali e occupazionali italiani e europei, in un contesto particolare come quello dell’emergenza pandemica, una crisi sanitaria, sociale ed economica. Dopo l’introduzione del Presidente della Fondazione Fulvio Fammoni, ne discuteranno Gianna Fracassi, vicesegretaria generale della Cgil; Michele Raitano, professore di Politica economica alla Sapienza Università di Roma; Andrea Ricci, dirigente di ricerca Inapp; Tania Scacchetti, segretaria confederale della Cgil.

Su Collettiva.it
L'apertura è dedicata al convegno organizzato dalla Cgil e dalla Fondazione Di Vittorio sui salari. Si parla poi di economia sommersa e lavoro nero con un approfondimento di Roberta Lisi e Ivana Marrone  e i commenti di Nicola Marongiu  e Francesco Prota . Nella rubrica Buona Memoria si parla di Pier Paolo Pasolini nel giorno in cui si ricorda la sua tragica morte . Era considerato tra i più grandi intellettuali del XX secolo, il suo corpo venne ritrovato all'alba del 2 novembre del 1975

Tutti gli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti, vedi l’agenda di Collettiva e l’agenda sul sito della Cgil nazionale.