“Un povero ingegnere chimico” con novantuno pagine di curriculum. Giacomo Cao, presidente del Distretto aerospaziale della Sardegna (Dass), docente alla facoltà di Ingegneria con studi classici al liceo cagliaritano Dettori e ricercatore del Crs4 (il Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori), racconta traguardi e nuove sfide di una realtà in espansione. Abolirebbe i concorsi universitari, “sistema disperante, lungo e perverso che non premia i migliori”, e fra alcuni suoi collaboratori rileva una certa pigrizia in più rispetto a dieci anni fa, anche se “posso capire – ammette – che a metà stipendio rispetto agli standard internazionali le motivazioni possano anche attenuarsi”. Le sue le coltiva ogni giorno, la notte prima di spegnere la luce legge “Come ottenere il meglio da sé e dagli altri”, all’alba è con Giasmine, passione terrena per i cavalli e il salto a ostacoli. Un po’ come quelli da superare per passione aerospaziale, alla guida di un distretto che non si sa se fatichi di più a conquistare la Nasa con progetti per vivere su Marte o risorse per far sì che la scienza dia un contributo allo sviluppo della Sardegna.

Rassegna Siete i primi della classe?

Cao In Italia ci sono due distretti che si occupano di esplorazione dello spazio, noi e quello piemontese. Con il progetto Cosmic, finanziato con mezzo milione di euro dall’Agenzia spaziale italiana insieme ad altri soggetti pubblici e privati come Crs4, Cnr e Corem Srl, abbiamo sviluppato tecnologie riconosciute dalla Nasa che consentono la realizzazione di strutture lunari e marziane per proteggere attrezzature e astronauti dalle radiazioni solari e che contribuiscono all’estrazione dell’ossigeno sul suolo lunare.

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Sopravvivere alla crisi economica e produttiva della Sardegna è più difficile che su Marte?

Cao Il comparto aerospaziale ha molteplici ricadute, ed è l’unico in crescita esponenziale nel mondo. Qui ci sono grandissime potenzialità, possiamo stimolare crescita e sistema produttivo con una strategia che ha cinque ambiti tematici: i servizi satellitari, il monitoraggio della “spazzatura spaziale”, i droni, l’esplorazione umana e robotica dello spazio, i materiali e le tecnologie per l’aerospazio.

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Sembrano cose lontane dalla quotidianità.

Cao Non lo sono affatto. Ad esempio, le informazioni satellitari sono utilissime per la protezione civile e la sicurezza delle popolazioni. Potremmo dire con precisione se e quando ci saranno fenomeni come bombe d’acqua e tempeste di pioggia, e non sto parlando soltanto di generiche quanto importanti allerta meteo ma di studi scientifici che salvano la vita alle persone.

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Invece si muore per un forte temporale.

Cao I sistemi di rilevazione sono antiquati o assenti, e Roma è troppo lontana. Perciò ci siamo proposti alla Regione come supporto alla creazione del Centro funzionale decentrato della Protezione civile. Siamo anche candidati a diventare punto di riferimento per monitorare e possibilmente annientare l’effetto disturbatore dei detriti spaziali sui satelliti, e soprattutto per studiare i dati che riusciamo ad acquisire grazie a infrastrutture innovative come il radiotelescopio di San Basilio e altre presenti nel poligono di Quirra.

Rassegna È possibile riqualificare la ricerca in vista di eventuali dismissioni di poligoni?

Cao
Stiamo dialogando con la giunta regionale su possibili ricerche che possono avere interazioni più o meno rilevanti con strutture storicamente legate a servitù militari. Ci sono molteplici progetti, sempre nell’ambito delle nostre cinque linee strategiche, che possono essere declinati dentro o fuori quei contesti, a noi spetta disegnare scenari di ricerca possibile, il resto verrà dal confronto tra Regione e ministero della Difesa.

Rassegna A proposito di giunta, cosa pensa dei suoi colleghi professori?

Cao Credo stiano lavorando bene, ci sono tante cose da fare, vedremo alla fine quante realizzate, con quali risultati.

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Cosa chiedete alla Regione?

Cao Guardiamo soprattutto alle opportunità di quella parte di fondi strutturali dedicata alla ricerca e allo sviluppo, non solo per la futura stagione di programmazione regionale, ma crediamo si possano spendere in questa direzione anche parte delle risorse residue di quella precedente. L’obiettivo è un accordo di programma con coperture di spesa fifty-fifty.

Rassegna Il distretto vuole vivere di risorse pubbliche?

Cao È nato soprattutto per volontà di un gruppo di aziende private, Sardegna Ricerche e Crs4 hanno investito appena 9500 euro nel capitale sociale, ai progetti lavorano più o meno in cinquanta, docenti, ricercatori, dottorandi della sola Università di Cagliari, nessuna busta paga diretta al momento, nemmeno rimborsi spese. Stiamo per acquisire l’ingresso di quattro nuovi soci, sempre privati, e siamo aperti ad altri che volessero lavorare con noi.

Rassegna Fuga di cervelli, di chi sono le responsabilità?

Cao L’Italia spende in ricerca l’un per cento del Pil, è un limite enorme rispetto alla concorrenza di chi investe quattro volte di più. E poi c’è il sistema di assunzioni nel settore scientifico pubblico: disperante, lungo, perverso, poco efficace. I concorsi universitari li facciamo solo in Italia, altrove c’è chi si prende la responsabilità di scegliere i migliori, i risultati fanno la differenza.

Rassegna Ottimi studenti persi per la concorrenza di altri centri di ricerca?

Cao Non per ora, al contrario quattro miei studenti adesso sono colleghi, chi ha fatto il dottorato negli ultimi anni è rimasto a collaborare. C’è da dire che si arriva in pochi.

Rassegna Requisiti da intelligenza non proprio comune?

Cao La passione per quello che si fa è determinante, devi cercare di cogliere quello che non si riesce a vedere o che altri non hanno ancora visto. Certo, gioca molto una gran voglia di lavorare, i sabati e pure le domeniche, senza guardare l’orologio.

Rassegna Per guadagnare quanto?

Cao Un assegnista ricercatore del nostro dipartimento prende 1467 euro, chi lavora fuori dall’Italia a parità di posizione almeno il doppio. Forse per questo da dieci anni a questa parte ho notato un rallentamento nell’impegno di alcuni nostri collaboratori, la passione fa i conti con la quotidianità. In Italia serve uno stimolo in più e una grande motivazione per considerare il ritorno non finanziario che si può avere quando uno dei nostri lavori viene promosso da una rivista internazionale.

Rassegna Master and back, avete accolto qualcuno?

Cao È un’occasione che abbiamo colto e che continueremo a cogliere con interesse.

Rassegna Qual è la salute del sistema universitario sardo?

Cao Il tema è più nazionale che regionale: negli ultimi vent’anni un disegno politico bipartisan ha imposto al sistema una cura dimagrante, occorre invertire questo processo, e smetterla di generalizzare con affermazioni sulle università del Sud che sarebbero di livello inferiore, mentre è evidente che hanno settori e indirizzi di studi all’avanguardia.

Rassegna Meglio investire in ricerca di base o applicata?

Cao È un ragionamento che non mi appassiona perché credo che nella ricerca di base ci siano opportunità di applicazione. Parlerei di trasposizione a livello produttivo dell’attività di ricerca, in questo senso entrambe possono concorrere al conseguimento di risultati importanti.

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Una sfida nel futuro immediato.

Cao Testare nuovi droni sfruttando infrastrutture che già abbiamo, aeroporti militari o civili, magari quelli poco utilizzati come Fenosu. Si potrebbe sviluppare un’attività manifatturiera che in Sardegna esiste già a Cagliari e Carbonia, dove si costruiscono piccoli droni. Ma la sfida è pensare più in grande, a 360 gradi nel settore aerospaziale, cogliendo tutte le opportunità che si presentano.