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fascismo

La legge

La razza italiana

Ilaria Romeo

Il 17 novembre 1938, XVII dell’era fascista, Vittorio Emanuele III di Savoia, re d’Italia e imperatore d’Etiopia, firma il Regio decreto-legge n. 1728, recante Provvedimenti per la difesa della razza italiana. Alla firma di Vittorio Emanuele, seguono quelle di Mussolini dei ministri Galeazzo Ciano, Paolo Thaon di Revel, Ferruccio Lantini, del guardasigilli Arrigo Solmi. “Non fu tanto la cattiveria, la crudeltà, l’antisemitismo o tutto il peggio che vogliamo dire che portarono ad Auschwitz - diceva qualche anno fa la senatrice a vita Liliana Segre - Fu l’indifferenza, quel voltare la faccia dall’altra parte, quel dire: “basta con questi ebrei, ma cosa ce ne importa, non succede a noi” (…) L’indifferenza racchiude la chiave per comprendere la ragione del male, perché quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c'è limite all’orrore. L’indifferente è complice. Complice dei misfatti peggiori”

L'appello

Concetto Marchesi ai giovani: «Risorgete e liberatevi da quell'ignominia chiamata fascismo»

Ilaria Romeo

È il 1943. Il Rettore dell'università di Padova è tra i fondatori del Comitato di Liberazione nazionale Veneto. Lo organizza clandestinamente dentro la sede dell'ateneo e quando inaugura l'anno accademico lancia un appello ai suoi studenti: "traditi dalla frode, dalla violenza, dall'ignavia, dalla servilità criminosa, voi insieme con la gioventù operaia e contadina, dovete rifare la storia dell'Italia e costituire il popolo italiano"