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La misura

Addio scala mobile. La scelta dolorosa di Bruno Trentin

Ilaria Romeo

Ecco cosa accadde davvero quando venne firmato l'accordo che pose fine al meccanismo che adeguava automaticamente i salari all'aumento dei prezzi. “Tutto si è compiuto in questo giorno e nella notte - scriveva il segretario della Cgil il 31 luglio 1992 sul suo diario - Giovedì, per ventiquattro ore un negoziato estenuante e insidioso con il governo che fa praticamente da portavoce e da mediatore della Confindustria. Assalito a colpi di insulti da Abete e dai suoi tirapiedi, Amato si aggrappa disperatamente a loro per trovare una via d’uscita che salvi la sua immagine e il negoziato nel quale si è avventurato, fidandosi dell’arrendevolezza del sindacato e del corrispondente bisogno d’immagine dei burocrati della Cisl e della Uil. Il fronte sindacale si sgretola rapidamente. (...) Mi sono trovato assediato" Quello stesso giorno Trentin lascia la segreteria generale della Cgil.

La conferenza

La Cgil di Bruno Trentin: il sindacato dei diritti

Ilaria Romeo

Pochi mesi dopo essere stato eletto segretario generale della Cgil, Trentin spiega perché vuole farne un sindacato nuovo, dei diritti e della solidarietà. "C’è bisogno, specialmente oggi, di una deontologia del sindacato che dia credibilità e certezze ai lavoratori e che lanci ai giovani che vogliono cimentarsi con questa prova il messaggio che lavorare per la Cgil e nella Cgil non è un mestiere come un altro, ma può essere, può diventare una ragione di vita”. Era il 1989 e sembra oggi

Il personaggio

L'impegno di Bruno Trentin: rinnovare il sindacato

Ilaria Romeo

L’11 novembre del 1993 si chiude a Roma la quarta Conferenza di organizzazione della Cgil all'insegna del rinnovamento. Un anno più tardi, a Chianciano, Trentin lascerà la guida della Confederazione con un messaggio emblematico. La Cgil - dirà - è "un sindacato di donne e di uomini che si interroga sempre sulle proprie scelte e anche sui propri errori, che cerca di apprendere dagli altri per trovare tutte le energie che gli consentano di decidere, di agire, ma anche di continuare a rinnovarsi, di dimostrare con i fatti la sua capacità di cambiare e di aprirsi a tutte le esperienze vitali e a tutti i fenomeni di democrazia che covano ora e che covano sempre nel mondo dei lavoratori”