L'emergenza legata all'approvvigionamento dei vaccini anti-covid e nuove date per le possibili riaperture dominano le prime pagine dei giornali di oggi. Il Corriere della sera scrive: “La corsa a trovare i vaccini”, la Repubblica apre con le parole del ministro della salute Speranza: “In estate saremo più sicuri”, mentre la Stampa con l'ipotesi avanzata dal ministro Garavaglia: “Tutta Italia aperta entro il 2 giugno”. Il Messaggero sceglie: “Al ristorante solo se prenotati, mentre il Fatto quotidiano accusa: “Le cure monoclonali ci sono ma le Regioni non le usano”. Il Sole24Ore infine sceglie: “Scuola, 50mila docenti pronti a trasferirsi”.

Interviste
A pagina 5 del Corriere della sera Monica Guerzoni intervista il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che sui vaccini dice: “Voglio avere fiducia nella determinazione di Draghi e nel generale Figliuolo, il quale ha promesso che le dosi aumenteranno. In Emilia-Romagna abbiamo grandi hub in ogni provincia che lavorano fino a mezzanotte e oltre 90 punti distribuiti capillarmente sul territorio. Le nostre farmacie stanno facendo un grande lavoro coi tamponi e sono pronte a fare altrettanto coi vaccini. Ma ne servono molti di più di quelli arrivati finora. Se arriveranno riuscirete a tenere il passo? Noi siamo pronti a farle, come il commissario Figliuolo ha potuto constatare di persona. Giovedì ho voluto testare la macchina dell'Emilia-Romagna, in un giorno siamo arrivati senza problemi a 31 mila, ma per non restare senza dosi siamo dovuti tornare alle classiche 20, 23 mila di media”.

Sulla Repubblica, a pagina 9, appare poi un'intervista al ministro del Lavoro Andrea Orlando a firma di Valentina Conte. “Per le piccole imprese -si legge - dobbiamo accelerare la riforma degli ammortizzatori. Per le grandi dobbiamo ragionare in modo selettivo, anziché proseguire con trattamenti uguali per situazioni diverse. Non tutta l'economia si è fermata. È dunque possibile distinguere tra crisi aziendali reversibili o meno? È possibile individuare strumenti mirati o potenziare quelli esistenti, ad esempio i contratti di espansione e di solidarietà, senza per questo incoraggiare l'espulsione di lavoratori over 50. Se prorogassimo per tutti il blocco ai licenziamenti, vorrebbe dire che siamo in ritardo con la campagna vaccinale e anche con la riforma degli ammortizzatori. Siamo in ritardo sugli ammortizzatori? Ci siamo messi a lavorare quando ancora non era stata votata la fiducia a questo governo. Si tratta di districare una situazione complessa. Nel tempo si sono stratificati strumenti di natura e origini diverse. La proposta elaborata dagli esperti nominati dall'ex ministro Catalfo è condivisibile, ma molto ambiziosa”.

Sul Messaggero, a pagina 9, Diodato Pirone intervista invece la sindaca di Ancona Valeria Mancinelli, che afferma: “L'idea di dare vita a progetti comuni che travalichino i confini delle Regioni è utile. Anche perché all'estero ormai anche amministrazioni locali hanno una visione globale: Ancona è gemellata con una città cinese che ha un assessore ai rapporti con l'Africa. Ieri il sociologo Giuseppe De Rita ha detto che servono 'progetti orizzontali' che uniscano le aree di sviluppo del Tirreno a quelle adriatiche... Ben detto. Per la verità qualcosa è stato fatto ma il tema delle infrastrutture materiali va affrontato con coraggio a partire da una linea ferroviaria degna di questo nome fra le due sponde”.

La Stampa, a pagina 3, dà poi voce al ministro del Turismo Massimo Garavaglia, con un'intervista di Amedeo La Mattina. “Quando ho parlato del 2 giugno facevo riferimento alla più importante festa nazionale, ossia quella della Repubblica. In Francia ad esempio hanno indicato il 14 luglio - si legge - . Mi riferivo a una data finale entro la quale mi auguro sia aperto tutto o quasi tutto. Ovviamente dipende dal piano vaccinale. Da tempo diciamo che dobbiamo programmare. Sappiamo che, finché i numeri non lo consentono, bisogna essere molto prudenti. Ciò non vuol dire che non si deve programmare. Ci sono attività che puoi aprire il giorno dopo: per esempio domani una Regione è in arancione e allora i parrucchieri possono riaprono. Ci sono invece delle attività che hanno bisogno di settimane se non di mesi di anticipo per programmare l'apertura. Ogni settore ha una storia a sé”.

Editoriali e commenti
Il fondo della Repubblica è affidato a Ezio Mauro, che scrive: “Le cifre raccolte dall'Istat pochi giorni fa rivelano le dimensioni del fenomeno, che ognuno di noi sperimenta nella quotidianità, ma che dopo un anno rappresentano oggi un primo saldo della pandemia: le imprese fragili e a rischio sono il 45 per cento nell'industria, l'export del settore tessile e abbigliamento è diminuito del 19,5 per cento, il valore aggiunto del commercio, dei trasporti, degli alberghi e della ristorazione è sceso del 16 per cento, i viaggi di lavoro si sono ridotti del 67,9 per cento. Soprattutto l'occupazione ha registrato in un anno un crollo perdendo 945 mila posti, con i senza lavoro che arrivano al 19,2 per cento e gli "inattivi", scoraggiati al punto da non cercare più un impiego, che crescono del 5,4 per cento, toccando la quota record di 717 mila. Aggiungiamo l'incognita di fine giugno, quando finisce il blocco dei licenziamenti, con 4,4 milioni di lavoratori che temono di perdere il posto. Questa con ogni evidenza è la seconda infezione del Paese, che travolge prima di tutto i lavoratori dipendenti con tagli e chiusure che minacciano di trasformarli semplicemente in esuberi, ma attacca direttamente anche il mondo della piccola impresa, del commercio, delle aziende familiari più minute, dei ristoratori, degli esercenti, degli ambulanti”.

Su Domani, a pagina 8, invece scrive l'economista Marco Ponti: “La concorrenza al ribasso del costo del lavoro all'interno dei singoli paesi è senz'altro un fenomeno negativo, mentre è positiva la concorrenza tra imprese. Quindi meglio difendere i lavoratori che non difendere i capitalisti. Le imprese devono poter fallire, o anche emigrare dove il lavoro costa meno. Questa è uno degli aspetti meno accettabili del protezionismo: portare lavoro dove i lavoratori stanno peggio rappresenta una ridistribuzione virtuosa del reddito, oltre a far sopravvivere imprese altrimenti condannate Comporta ovviamente solide tutele per chi perde il lavoro, ma anche supporto alla mobilità regionale e settoriale dei lavoratori colpiti. Per l'Italia, occorre anche far crescere la produttività delle imprese, e a questo fine l'aumento della concorrenza è uno strumento essenziale. Anche il ruolo dell'innovazione innescata dal settore pubblico potrebbe in teoria essere importante pur se non molto connesso alla concorrenza per il noto problema noto come"picking thewinner'', cioè la scelta politica dei vindtori, troppo spesso scelti tra gli amid dei decisori politici. E le ricette alla Mariana Mazzuccato, tipo esplorazioni spaziali, non sembrano di facile concretizzazione”.

Il fondo della Stampa è invece scritto da Gian Enrico Rusconi, che afferma: “La cancelliera ha combinato una solida cooperazione energetica con la Russia (gasdotto Nord Stream 2) con la critica ferma per la persecuzione del dissidente Navalnyj . Ma ora la situazione si è ulteriormente aggravata con il riaccendersi della tensione politico-militare tra Ucraina e Russia, che anni fa la Germania (insieme all'Ue) era riuscita a controllare. Davanti a questa nuova crisi l'Europa sembra ora politicamente impotente. E' in questo contesto che Mario Draghi sembra intenzionato a ridare voce all'Unione europea, grazie ad un nuovo ruolo attivo dell'Italia. Verso la Russia ha reagito energicamente contro i tentativi di spionaggio; in Libia ha affermato il netto sostegno al governo libico, in polemica con l'ingombrante presenza di russi e turchi, rivendicando per l'Italia, e quindi per l' Unione, un nuovo attivismo nel Mediterraneo”.

Ian Bremmer, sul Corriere della sera, a pagina 22 infine scrive: “Il primo motivo per cui i rapporti Usa-Europa non potranno tornare come prima è antecedente addirittura alla presidenza Trump, ed è da ricercarsi nella Brexit. Per decenni, il Regno Unito è stato il primo punto di approdo dell'America, quando occorreva trattare con l'Europa. Seppur opponendosi talvolta alle tendenze prevalenti in Europa, Londra ha sempre saputo appoggiare, con lealtà e concretezza, il partner americano davanti al blocco europeo. Oggi, invece, gli Stati Uniti si vedono costretti a investire più tempo ed energie per rinsaldare i legami con il mondo politico e istituzionale europeo, senza tuttavia dare l'impressione di trascurare gli inglesi”.

Lavoro, welfare, sindacato
Sul Secolo XIX, a pagina 15 Giorgio Pagano scrive di transizione energetica, che “non è di proprietà di Enel o di Tirreno Power, perché riguarda il futuro di tutti e della natura. Deve vedere protagoniste le istituzioni e le comunità locali. E il mondo del lavoro: Civitavecchia rappresenta una svolta perché dimostra che questo mondo può uscire da una posizione vetero produttivistica e difensiva e diventare punto di riferimento essenziale dei movimenti sociali che si battono per il cambiamento del modello di sviluppo. Maurizio Landini, segretario della Cgil, ha affermato nei giorni scorsi: 'Io sono certo di una cosa: di fronte alla portata della crisi che stiamo vivendo non si pub tornare a fare, come pure qualcuno pensa, le stesse cose di prima. C'è bisogno di un cambiamento radicale: di pensare a un diverso modello di società'. E anche il sindacato deve cambiare. È cresciuto in un mondo nel quale i termini crescita, sviluppo, progresso tecnologico, diffusione del benessere coincidevano. Oggi siamo di fronte a un quadro radicalmente nuovo”.

Sulla Stampa, a pagina 4, Giuseppe Bottero e Luca Monticelli si occupano di vaccinazioni nelle grandi imprese: “Tra i colossi, in campo ci sono Stellantis, Eni, Tim, Leonardo, Poste, Reale Mutua, Enel e Luxottica. Con tutti il dialogo è partito e si tratta sui dettagli. Dalla struttura commissariale spiegano che le grandi aziende pronte a trasformarsi in hub, oggi, sono già 400. Per avere l'abilitazione, servono spazi ampi e soprattutto medici che possano garantire fin da subito le iniezioni. Per quanto riguarda i tempi, si cerca di accelerare”.

Su L'Economia del Corriere della Sera a pagina 12, Dario Di Vico si occupa di Stellantis. “Con il passare dei giorni cresce l'attesa per l'incontro di giovedì 15 aprile a Torino tra i vertici europei di Stellantis e i rappresentanti di Fim-Fioco-Uilm – si legge -. Formalmente all'ordine del giorno ci sono i problemi dello stabilimento di Melfi, ma è facile pensare che dai risultati del confronto vengano fuori notizie e riflessioni utili per un primo check-up sulla fusione tra i francesi di Psa e gli italiani di Fca. Non ci sarà Carlos Tavares, il Ceo portoghese designato unanimemente dai principali azionisti, ma le sue idee faranno da convitato di pietra del meeting. Come si sa, la definizione del nuovo piano industriale post-merger è stata spostata a cavallo tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022, si sa anche che Tavares si è dimostrato molto aperto nei confronti del sindacato, ma la sensazione dei responsabili di Fim-Fiom-Uilm è che in questi mesi comunque possano maturare sul campo delle scelte”.

Sulla Stampa, a pagina 6, Francesco Grignetti scrive di Recovery plan. “Una delle soluzioni attorno a cui si ragiona – si legge -, e che porta ben evidente il marchio di Draghi in quanto profondo conoscitore dell'organizzazione dello Stato, è di modellare questo futuro comitato per la governane del Recovery Plan sulla falsariga del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) a cui, fermi i ministri di carattere economico, di volta in volta partecipano gli altri ministri interessati dai singoli progetti in esame. Sarebbe insomma anche il comitato per la Recovery un organismo a geometria variabile, con molti che entrano ed escono a seconda del menù, e altri ospiti fissi. Di questi ultimi, i protagonisti sarebbero Daniele Franco (Economia), Roberto Cingolani (Transizione ecologica), Vittorio Colao (Digitalizzazione), Enrico Giovannini (Infrastrutture e Mobilità sostenibile), Maria Cristina Messa (Ricerca) e Roberto Speranza (Sanità).”

Collettiva oggi apre con un reportage da Pomigliano d'Arco, in cui si raccontano le difficoltà crescenti per i due player dell'aerospazio, Leonardo e Avio Aero, una scheda sulla crisi del settore aereo civile e un'intervista al coordinatore nazionale della Fiom Cgil Claudio Gonzato.

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.