La chiusura del secondo giro di consultazioni del premier incaricato, i “ritorni in scena” di Berlusconi e Grillo, le indiscrezioni sul programma che Draghi sottoporrà al Parlamento: questi i temi che dominano le prime pagine dei maggiori quotidiani nazionali di oggi (mercoledì 10 febbraio).

“Il caos 5 Stelle sulla via di Draghi. Il premier incaricato lavora su programma e squadra: niente aumento delle tasse e condoni, modello Genova per gli appalti. Grillo: aspettiamo che parli, slitta il voto su Rousseau. Il sì di Zingaretti, Berlusconi e Salvini” titola il Corriere della Sera, mentre Repubblica apre con “Governo, Draghi detta le condizioni a Salvini. No flat tax, Europa più forte, diritti umani: il presidente incaricato mette all’angolo la Lega, che fa buon viso a cattivo gioco e a Bruxelles vota sì al Recovery. Grillo: ‘Non devono entrare’. Subito i vaccini ai prof, verso la proroga del blocco tra Regioni”.

“Draghi, l’ultimo ostacolo è Rousseau. Chiuso il secondo giro di consultazioni, il presidente incaricato ottiene il sì di Salvini e di Berlusconi. Grillo apre: ‘Mi aspettavo il banchiere di Dio, invece è un grillino’. Ma rimanda il voto della base” recita la Stampa, mentre sul Fatto Quotidiano il titolo principale è dedicato a Berlusconi: “Rieccolo. Alleato pregiudicato: sfugge ai processi, ma va da Draghi. Viavai dal premier: arriva Berlusconi e torna Grillo, che rinvia i clic su Rousseau e attacca la Lega. Gli eurosocialisti criticano il Pd che apre a Salvini”.

Il Giornale apre con “Effetto Berlusconi. Il Cavaliere: ‘L’ora è grave, basta interessi di parte, il premier decida autonomamente’. Grillo stoppa fronda e Rousseau: ‘L’ex Bce uno di noi’. Il nuovo fisco: no a patrimoniale, flat tax e altre imposte”, mentre Libero lancia “Chiudono 23 caserme, lo Stato licenzia 3000 navigator. Scattano le proteste: ancora prima che Draghi inizi a governare gli rendono la vita difficile. E sull’ipotesi di scuola aperte fino al 30 giugno, presidi e sindacati frenano”.

Questa l’apertura del Messaggero: “Draghi, meno tasse sul lavoro per la ripartenza. Governo tecnico, i primi paletti da Pd, M5S e Leu”. Il Manifesto titola “Abbiamo svoltato. Tutti per Draghi, Draghi per tutti: Berlusconi piomba a Roma per le consultazioni e torna sotto i riflettori. Salvini ‘svolta’ anche in Europa con il sì al Recovery. Il voto su Rousseau è congelato, ma i 5 Stelle salutano la ‘transizione ambientale’. E Zingaretti è in sintonia”. Infine, il Sole 24 Ore: “Irpef progressiva, ma con nuove aliquote, meno tasse sul lavoro. Lotta all’evasione, niente nuove imposte e no alla flat tax. Accelerare le vaccinazioni con piattaforma digitale e call center”.

Le interviste
“Grande determinazione e volontà di dialogo. Giustizia sociale il suo faro”. Questo il titolo dell’intervista all’ex dirigente sindacale Sergio D’Antoni sulla scomparsa di Franco Marini, di cui fu il successore (e per due anni segretario “aggiunto”) alla guida della Cisl, sulle colonne di Avvenire. “Era uomo capace di grandi mediazioni”, spiega D’Antoni: “Sosteneva con forza le sue idee, che nascevano innanzitutto dal suo essere credente, da un ancoraggio ai valori del cattolicesimo sociale, da un pensiero radicato nel solco della dottrina sociale della Chiesa, di cui citava spesso passaggi fondamentali dalla Rerum novarum in poi. Era determinato a portare sempre avanti queste istanze, ma poi era altrettanto determinato nel ricercare il dialogo con chi la pensava diversamente. Questa apertura al dialogo è certamente l’altro tratto caratteristico di Franco Marini”. D’Antoni ricorda che fu “allievo di Pastore” e che la sua formazione avvenne “prima alla Cassa del Mezzogiorno e poi nel pubblico impiego”. Ma il suo faro, conclude l’ex sindacalista, fu “sempre la giustizia sociale. Aveva grandi capacità di contrattazione e ricercò sempre l’unità anche all’interno della Cisl, pronto a discutere per ore di una posizione da prendere o di un assetto da cambiare. Intendeva il sindacato davvero come una confederazione, lontano dal corporativismo”.

Gli editoriali
Dai risparmi ottenuti con lo smart working è possibile reperire risorse per finanziare il welfare aziendale. È questa la tesi degli esperti di welfare e diritto del lavoro Mariano Delle Cave e Giovanni Scansani, esposta sul Sole 24 Ore. “Il ricorso alla remotizzazione di massa (…) avrà comportato alcuni risparmi come, ad esempio, per la voce buoni pasto (non sempre concessi ai lavoratori in remoto) e per il lavoro straordinario (non riconosciuto perché chi lavora ‘agile’ lo fa senza precisi vincoli di orario)”, spiegano i due autori: “Si comprende, allora, la ratio sottostante alla previsione contenuta nell'articolo 1, comma 870, della legge 178/2020 (legge di Bilancio 2021) che mira a far recuperare ai lavoratori pubblici il gap in busta paga creatosi con la ‘remotizzazione’. Per il (solo) settore statale è previsto che le risorse destinate alla remunerazione delle prestazioni di lavoro straordinario, nonché i risparmi derivanti dai buoni pasto non erogati nel 2020, possano finanziare nell'anno successivo (2021, ndr), nell'ambito della contrattazione integrativa, i trattamenti economici accessori correlati alla performance e alle condizioni di lavoro, ovvero agli istituti del welfare integrativo”. La medesima soluzione si può trovare per il settore privato, anche per “arginare, almeno nel 2021, il più che probabile venir meno di una delle fonti di finanziamento del welfare: i premi di risultato che, quanto ai target per il 2020 (fissati ante pandemia), non potranno essere corrisposti (verrà quindi meno la loro eventuale conversione in beni e servizi di welfare)”.

“Giugno a scuola, la scelta giusta”: questo il titolo della riflessione della sociologa Chiara Saraceno sulla Stampa. “Riconoscere che il percorso di apprendimento in questi ormai due anni di scuola è stato ed è accidentato, che una parte di studenti ha accumulato ritardi e perdite di apprendimento e spesso anche di motivazione, e che questo ha anche provocato un allargamento delle disuguaglianze preesistenti, non significa svalorizzare quanto è stato fatto in questi mesi (…) ma solo che occorre riflettere su cosa ha funzionato e cosa invece è mancato. L'idea di prolungare di qualche settimana il calendario scolastico sembra quasi un'ovvietà”, spiega Saraceno. “L'unico punto fermo – continua la sociologa – tenuto dalla scuola dall'inizio della pandemia è stato il calendario, che sembra poter essere toccato solo in riduzione (…) mai in ampliamento, anche a fronte della disorganizzazione delle routine che ha investito la vita quotidiana e messo sotto pressione alcune professioni esposte in prima linea, come quelle sanitarie”. Il destino della scuola, conclude la sociologa, deve diventare “una priorità non solo nei prossimi mesi, ma dentro al Piano per utilizzare i fondi Next Generation Eu. Darvi concretezza in termini di individuazione degli obiettivi di medio e lungo termine, di progetti specifici per i diversi livelli di istruzione sarà responsabilità del nuovo/a ministro/a dell'istruzione, in una interlocuzione serrata non solo con i sindacati (tanto meno solo con quelli della scuola), ma anche con quei soggetti che in questi anni hanno prodotto riflessioni e proposte — da ultimo quelle delle reti di oltre quattrocento associazioni, professionali e non, unite in EducAzioni — incluse le associazioni di studenti e quelle di genitori”.

La Cgil
“Ci lascia un grande sindacalista, politico e uomo delle istituzioni. Un uomo, che anche negli anni più difficili della nostra Repubblica, con il suo impegno, la sua saggezza e il suo pragmatismo, è stato per tutti un esempio e un punto di riferimento”. Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ricorda Franco Marini, scomparso all’alba di martedì 9 febbraio: “Protagonista di una fase storica caratterizzata da grandi cambiamenti e da grandi conquiste sociali, frutto delle battaglie unitarie del sindacato, Marini ha sempre combattuto per rafforzare la democrazia e i diritti dei lavoratori e dei più deboli”. Landini così conclude: “A nome mio personale e di tutta la Cgil esprimo profondo cordoglio per la sua scomparsa, vicinanza alla famiglia e a tutti coloro che hanno condiviso e l'hanno accompagnato nelle sue battaglie”.

Da segnalare, in Collettiva, il reportage sui precari del Crea di Monterotondo (Roma), la più grande struttura italiana di ricerca sull'agroalimentare, dove si opera anche grazie a lavoratori agricoli altamente specializzati (con fotogallery e analisi). Seguono l’approfondimento sulla prossima assunzione dei rider di Just Eat e sul contratto-pirata degli shopper, il resoconto della mobilitazione nazionale dei navigator, l’allarme lanciato dallo Spi Cgil sul “divario digitale” di molti pensionati, l’occupazione della Treofan di Terni da parte degli operai, la chiusura della Abb di Marostica (Vicenza), il worker buyout della Pirinoli di Cuneo e della Italcables di Caivano (Napoli), il commento della Flc Cgil all’ipotesi di prolungamento dell’anno scolastico.

Da non perdere in Collettiva è anche il longform “Nel labirinto del vaccino”, dove si approfondiscono i tanti temi legati all’antidoto: i ritardi nella consegna da parte delle big pharma (e i relativi profitti), la complessità della filiera produttiva farmaceutica, il nodo dei brevetti e la necessità di una moratoria internazionale su di essi. Il longform comprende anche un reportage tra le aziende del settore nel territorio di Pomezia (Roma), dove si stanno sviluppando tre sieri e un anticorpo contro il Covid.

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.