È stato firmato intorno alle 11 di stamani (24 luglio) a Palazzo Chigi l'accordo tra Whirlpool, sindacati e governo sul piano industriale del gruppo in Italia che evita i duemila esuberi inzialmente prospettati dalla multinazionale. Il primo ad apporre la sua firma è stato il premier Matteo Renzi, seguito dai rappresentanti delle regioni coinvolte, dai rappresentanti sindacali e dai vertici dell'azienda.

"Non è grazie Jobs Act che si è firmato l'accordo – ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Fiom Cgil –. È necessario far ripartire gli investimenti e per la politica industriale serve pensare ai settori strategici. Oggi celebriamo un accordo chiuso positivamente ma ci sono ancora molte vertenze aperte come Termini Imerese, Alcoa, Ilva,
Fincantieri e Finmeccanica. Se il governo vuole davvero giocare il suo ruolo, deve rispondere su questo".

Per Franco Tavella, segretario generale della Cgil Campania "con la firma a Palazzo Chigi si chiude un accordo che dimostra il senso di responsabilità delle organizzazioni sindacali, la maturità dei lavoratori e che è possibile invertire una tendenza che spesso appare ineluttabile". "Si possono ricostruire, a partire da accordi come questo – ha continuato –, intese istituzionali e strategie territoriali al fine di rilanciare, non solo lo stabilimento di Carinaro, ma di riprendere una politica industriale che possa favorire sviluppo ed occupazione".


"L'accordo - conclude Tavella - testimonia anche che quando si segue il dialogo istituzionale si possono fare passi in avanti significativi nella risoluzione dei drammatici problemi occupazionali della Campania".