"L'economia globale ha bisogno di un'azione coordinata per elevare gli standard di vita in tutto il mondo. Sette anni di crisi economica hanno lasciato danni strutturali per l'economia globale e per la forza lavoro globale, con più di 200 milioni di disoccupati e molti altri alle prese con bassi salari". Così Sharan Burrow, segretario generale dell'Ituc, al III congresso mondiale in corso a Berlino.

Per l'apertura dell'assise è stato diffuso un sondaggio che ha coperto decine di paesi e il cui campione rappresenta metà della popolazione mondiale. Il 79 per cento degli intervistati - si legge nei risultati - non crede che il salario minimo sia sufficiente per una vita dignitosa. L'82 per cento dice che il proprio salario è rimasto indietro rispetto al costo della vita, mentre l'88 per cento degli interpellati chiede di alzare il salario minimo.

L'indagine ha indicacato livelli crescenti di incertezza sul reddito familiare: uno su due non tiene il passo con il costo della vita, percentuale che sale al 70 per cento in Europa. Negli ultimi tre anni, poi. oltre la metà della popolazione mondiale non è stata in grado di risparmiare. "Quando le persone non possono risparmiare, la sicurezza della famiglia è minacciata e non c'è capacità di investire in abitazioni o altri beni. Il risparmio rappresenta una componente essenziale di una crescita equilibrata a lungo termine", ha aggiunto Burrow.

Il sondaggio ha mostrato crescenti livelli di preoccupazione per la certezza del lavoro: un intervistato su due ha un'esperienza diretta o familiare di disoccupazione, il 41 per cento crede che il proprio impiego non sia al sicuro nei prossimi due anni; solo una persona su due crede che la prossima generazione sarà in grado di trovare un lavoro decente.