Nessun obbligo di presentare un piano di risanamento, con relativi e inevitabili esuberi, per quelle aziende che faranno ricorso alla casa integrazione straordinaria in questa fase di crisi. È quanto prevede il decreto del Ministero del Lavoro, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 25 Agosto 2009, che interviene sulla semplificazione delle modalità di accesso al trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale, anche in assenza della presentazione da parte dell’azienda di un piano di risanamento, così come richiesto più volte dalla Cgil. A darne notizia è la segretaria confederale, Susanna Camusso, che così commenta: “E’ un provvedimento che risponde indirettamente alle sollecitazioni più volte espresse dalla Cgil ma che, con l’aggravarsi degli effetti sull’occupazione prodotti dalla crisi, non è ancora sufficiente: si impone la necessità di prolungare il ricorso alla cassa integrazione ordinaria oltre le 52 settimane”.

Il decreto, infatti, semplifica l’accesso alla cigs per crisi aziendale ‘conseguente ad evento improvviso e imprevisto’, così come recita il testo. Per evento improvviso ed imprevisto, rileva la dirigente sindacale, “viene inteso quello ‘collegato all’attuale scenario di crisi nazionale ed internazionale’ e di cui ‘non siano prevedibili le modalità di fuoriuscita dalla crisi con la conseguente difficoltà di predisporre piani di risanamento’”. Il Decreto, aggiunge, “nel ritenere che l’attuale congiuntura economica e finanziaria possa determinare ricadute sull’occupazione e di conseguenza l’esigenza di favorire il ricorso a strumenti di sostegno al reddito per il mantenimento dell’occupazione per evitare licenziamenti collettivi, prevede per gli anni 2009, 2010 e 2011 l’accesso ai benefici della cassa integrazione straordinaria anche in assenza della presentazione da parte dell’azienda di un piano di risanamento, come invece è previsto dalle attuali norme, in funzione del ‘prevedibile superamento dell’attuale fase di crisi’”.

Per questo, afferma Camusso, “si tratta di un provvedimento che risponde indirettamente alla sollecitazione più volte espressa dalla Cgil di prevedere l’allungamento, fino al loro raddoppio, delle 52 settimane di Cassa integrazione ordinaria, in quanto molte realtà aziendali si trovano nella situazione di vedere esaurito a breve il periodo d’intervento degli ammortizzatori sociali ordinari”. Sullo stesso tema, ricorda la sindacalista, “il governo era intervenuto con una circolare del 30 Marzo scorso lasciando però confermate sostanzialmente le norme precedenti che richiedevano all’impresa, ai fini dell’accesso alla Cigs una volta esaurite le 52 settimane di ordinaria, la presentazione del piano di risanamento e di conseguenza l’eventuale piano di gestione degli esuberi strutturali di personale”.

Il sindacato di Corso d’Italia, infatti, aveva aspramente criticato il provvedimento “in quanto si sarebbe potuta determinare una situazione che avrebbe indotto le aziende, vista l’asprezza e il perdurare della crisi, a procedere verso prevedibili riduzione di personale”, spiega la segretaria confederale. Mentre, con l’attuale decreto, “si interviene a correzione di questo possibile pericolo in quanto, una corretta interpretazione dello stesso, esclude che la mancata presentazione del piano di risanamento comporti l’indicazione di eventuali esuberi strutturali di personale. D’altra parte - sottolinea - sarebbe in totale contraddizione con la premessa prevista dal decreto stesso di evitare con questo provvedimento il ricorso ai licenziamenti collettivi”.

La Cgil però, nel giudicare “positivamente” il provvedimento, “frutto della pressione esercitata sul Governo in tutti questi mesi”, ritiene comunque che “non sia da ritenersi esaustivo” rispetto all’esigenza di prolungare il ricorso alla Cassa integrazione ordinaria oltre le 52 settimane. Un’esigenza, quest’ultima, conclude Camusso, “che s’impone, oltre alle ragioni ormai note sul precipitare della crisi con conseguenze gravissime sull’occupazione, anche in considerazione del fatto che molte delle aziende che sono in prossimità dell’esaurimento del periodo ordinario di cassa integrazione sono aziende medio e piccole che necessitano di strumenti e modalità di accesso rapidi e certi agli ammortizzatori sociali”.